Dodici ore di lavoro forzato nei campi, privazioni indicibili, più di un anno senza ricevere notizie della famiglia. Mario Casalinuovo, una delle figure storiche del socialismo italiano, ha raccontato con commozione la sua esperienza di “internato militare” nei campi di concentramento in Germania, dal 1943 al 1945. L’ex ministro dei trasporti nel V governo Fanfani è stato salutato a Palazzo De Nobili, nel corso di una semplice cerimonia, dal sindaco Rosario Olivo, dalla giunta, dai capigruppo consiliari e da numerosi amici. All’eminente personalità, è stato consegnato lo stemma cittadino.
“Non si poteva celebrare la giornata della memoria senza ricordare quanto ha fatto per la nostra democrazia un uomo come Mario Casalinuovo”, ha detto il sindaco Olivo, tratteggiando la figura dell’insigne avvocato e uomo politico.
Presenti, tra gli altri, l’on. Mario Tassone e due presidenti emeriti del Consiglio regionale, gli onorevoli Rosario Chiriano e Antongiulio Galati. Mario Casalinuovo è stato, come si ricorderà, il primo presidente dell’Assemblea regionale della Calabria.
“Casalinuovo – ha ricordato il primo cittadino – era un giovane ufficiale della Marina quando venne catturato dai tedeschi e tradotto in Germania. Scelse la parte giusta, quella della democrazia e della libertà”.
Olivo ha ricordato le tappe salienti della lunga vicenda umana, professionale e politica di Casalinuovo: consigliere comunale di Catanzaro, consigliere e assessore regionale, presidente del Consiglio regionale, parlamentare, sottosegretario di Stato ai lavori pubblici, ministro dei trasporti, vicepresidente del gruppo del PSI alla Camera, avvocato penalista di grido, giornalista e scrittore.
“Il riconoscimento che mi viene dalla città di Catanzaro – ha detto Casalinuovo -è per me motivo di grandissima soddisfazione. Con il conferimento della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, è l’attestato più bello che abbia ricevuto. Posso dire che non mi resta altro da chiedere”.
Visibilmente commosso, in prima fila, il figlio dell’on. Casalinuovo, Aldo, che porta il nome dell’illustre zio, per anni Presidente nazionale dell’ordine forense.