Il Presidente della Camera dei Deputati venerdì 7 ottobre sarà a Lamezia Terme per la presentazione del suo libro “L’Italia che vorrei”.
Il libro è scritto da Fini e edito dall’editore “Rubettino”.
L’arrivo di Gianfranco Fini è previsto in aeroporto per le ore 15.00.
Alle ore 15.30 sarà ospite presso il Palazzo Comunale di Lamezia Terme in Via Sen.A.Perugini, dove saluterà il sindaco lametino Gianni Speranza.
In seguito, alle ore 15.30 si recherà presso la sede regionale di Futuro e Libertà per l’Italia.
A organizzare l’incontro è stato il vice coordinatore regionale di Futuro e Libertà.
Francesco Grandinetti ha promosso l’evento con la collaborazione di un’organizzazione di studenti universitari calabresi che saranno presenti all’evento.
La presentazione del volume avverrà alle ore 17.00 presso il Teatro Grandinetti a Lamezia Terme.
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Il prossimo 7 ottobre la Segreteria Regionale calabrese del Coisp, il Sindacato Indipendente di Polizia, consegnerà al Presidente della Camera, l’onorevole Gianfranco Fini, ospite a Lamezia Terme al teatro Grandinetti, lo stesso dossier consegnato nel giorno di San Michele al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Un dossier che raccoglie le storie di normale disagio che vivono le Questure, i Commissariati ed in genere tutta la Polizia di Stato, Polizia di uno Stato che ha dimenticato le Forze dell’Ordine, le cui esigenze non sono nell’agenda di un Governo che usa pugnale e forbici nei confronti del Comparto Sicurezza.
Ma gli uomini e le donne del Coisp avranno al Grandinetti di Lamezia Terme dei “compagni” speciali. Sono le famose sagome dei poliziotti pugnalati alle spalle che sono diventate il simbolo su tutto il territorio nazionale non solo del disagio della Polizia di Stato, ma della generale mancanza di sicurezza di questo Paese che, con una Polizia più debole è certamente più insicuro.
Nel Grandinetti sarà esposto anche uno striscione in cui il Coisp calabrese, a nome di tutti i colleghi d’Italia, chiede a questo Governo, che si è occupato di escort, nani e ballerine, di staccarsi la spina da solo per il bene della nostra Nazione.