GENOVA – Vittoria doveva essere e vittoria è stata per il Genoa, che però ha dovuto impiegare 46â per sfondare il bunker giallorosso. Un Catanzaro che ha assunto un atteggiamento troppo rinunciatario, con poca pochissima precisione quando si doveva impostare lâazione di contropiede e che è riuscito a reggere fino a quando ha potuto il forcing dei âGrifoniâ. Nel primo tempo il Genoa ha comandato il gioco e ha chiuso le Aquile nella propria metà campo, ma quando si entrava nei sedici metri la precisione e la lucidità venivano a mancare, salvo nellâultimo minuto della prima frazione, quando Stellone ha approfittato di una dormita della difesa giallorossa e ha trafitto DâUrso. Nella ripresa poi il Genoa si è trasformato in squadra molto concreta e ha messo al sicuro il risultato per poi controllare il risultato preservando energie preziose per il i prossimi due impegni.
Nel Catanzaro è da registrare lâesordio in serie B (finalmente!) del giovane Cunzi, che tanto bene ha fatto questâanno con la formazione di mister Cittadino, ma i venti minuti e appena tre palloni giocati non sono sufficienti per esprimere un giudizio su di lui. Come al solito sempre presenti i tifosi catanzaresi, questa volta sono stati circa 600 giunti a Marassi per sostenere la loro squadra. Se ci fosse stato un campionato per le tifoserie, quella giallorossa, per correttezza e attaccamento ai propri colori sarebbe sicuramente in zona promozione.
Passiamo alla cronaca. Bolchi, a causa delle defezioni di molti giocatori per vari motivi, è costretto a mandare in panchina i âgiovanottiâ della formazione Primavera, con il centrocampo letteralmente inventato con Dal Canto e Diliso sulle fasce, ma che spesso arretrano per dare manforte alla difesa. Per Cosmi, a parte alcune assenze in difesa che lo costringono a portarsi in panchina il giovane Pisacane, è quasi formazione tipo. à del Genoa la prima occasione, con Rossi che fa fuori due avversari e prova il tiro rasoterra, ma DâUrso è attento e para. Al 14â Stellone si gira bene in area e calcia verso la porta, ma anche questa volta DâUrso câè. Al 18â Stellone nella mischia a seguito di un calcio dâangolo (alla fine della prima frazione per i âGrifoniâ saranno ben 12) colpisce il palo. Al 23â destro al volo di Marco Rossi finisce a lato di un soffio. Poi al 47â quando tutti sono pronti per andare a prendere un caffè, arriva il vantaggio dei rossoblu: rinvio sbilenco di DâUrso e palla che arriva a Stellone, che supera in velocità Pastore e Dei e trafigge il giovane portiere campano.
Nella ripresa subito unâoccasione dâoro per le Aquile con Arcadio che fugge via a Sottil e da posizione defilata tenta il tiro a giro, ma il pallone accarezza il palo e si perde sul fondo. Il pericolo scuote il Genoa che dopo soli tre minuti chiude i conti: cross di Rossi, Pastore salta a vuoto, Criniti è in ritardo e DâUrso non esce con il pallone che arriva a Stellone che non ha difficoltà a firmare di testa la doppietta. Poi tutti i rossoblu cercano di far segnare Milito, che è a digiuno da più di 560â. âIl principeâ prima è sfortunato, trovando la traversa con una magia alla Del Piero, poi al 75â trova il gol approfittando di una di una perfetta sponda di Marco Rossi con la difesa calabrese non del tutto esente da colpe. Pochi minuti prima Corona aveva fallito una facilissima occasione a tu per tu con Scarpi. Ma dopo il âprincipeâ ecco il gol del Re Giorgio Corona, che supera Scarpi e Stellini e sigla il gol della bandiera e salva lâonore delle Aquile. Ora per gli uomini di Bolchi lâultima partita al âCeravoloâ contro il Verona, e poi il saluto alla serie cadetta in quel di Terni.
Pier Santo Gallo