Centro di eccellenza per la cura dei tumori o micidiale macchina del consenso al soldo della malapolitica. Quando si parla di Fondazione Campanella le due versioni si scontrano ferocemente.
In ogni caso – qalunque cosa sia o sia stata- la Campanella è destinata a chiudere definitivamente i battenti. E i risvolti saranno di certo pesanti.
Tutto ciò nonostante solo pochi giorni fa si esultasse per l’accreditamento della struttura da parte della Regione Calabria, con le redazioni prese d’assalto da decine di comunicati di “politici” gaudenti.
Il presidente della fondazione Paolo Falzea ha infatti annunciato in che modo, passo dopo passo, si scriverà la parola “fine” sulla storia del polo onologico. Il blocco dei ricoveri di nuovi pazienti innanzitutto, partirà da da oggi. Lo stop delle prestazioni ambulatoriali dal 30 settembre prossimo, l’avvio delle procedure di trasferimento dei malati in altri ospedali al più presto; l’avvio della procedura di licenziamento del personale della Fondazione sin da subito.
Sulla Campanella si è giocata una partita lunga e a tratti nascosta tra Regione Calabria e Università di Catanzaro fatta di annunci e ricorsi, acccreditamenti e denunce. Comunque la si pensi, la chiusura della struttura si abbatterà come un macigno sull’economia disastrata della città e provocherà non pochi disagi a pazienti già particolarmente sofferenti, come quelli di cui la fondazione si occupa.
Agazio Loiero intanto, proprio lui, l’ex presidente della Regione, invoca l’intervento del Prefetto paventando l’allarme sociale. È storia di Calabria: a danni fatti si invoca l’aiuto dall’alto. Più è grosso il danno, più in alto si punta. Ma in tempo di crisi la strategia sembra non funzionare più.
Red