In relazione all’inchiesta della Procura di Catanzaro sui presunti illeciti nella gestione della “Fondazione Campanella”, si sono tenuti oggi gli interrogatori di altri due degli indagati. Nelle indagini gli inquirenti hanno ipotizzato il reato di false comunicazioni sociali a carico di dieci persone che avrebbero dovuto essere sentite oggi.
L’unico che ha voluto rispondere, per ora, ai sostituti procuratori Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi, è stato però solo Francesco Muraca che, indagato in qualità di revisore dei conti, si è difeso e ha negato le accuse.
Elio Scaramuzzino, indagato come componente del Cda della Fondazione si è invece avvalso della facoltà di non rispondere; cosa che hanno fatto anche mercoledì scorso il presidente pro tempore Paolo Falzea, Oscar Tamburrini, Giovanni Mosca e Ferdinando Salvatore Cosco, tutti e tre componenti del Consiglio di amministrazione.
Lunedì scorso, invece, Anselmo Torchia e Manlio De Pasquale, indagati rispettivamente in qualità di presidente pro tempore e componente del Consiglio, hanno risposto ai pm e respinto ogni ipotesi d’accusa a loro carico.
Il prossimo 24 di febbraio, intanto, si terranno sia gli interrogatori degli ultimi due indagati (Franco Scarpino, revisore dei conti e Giovanna Natale) che l’udienza – davanti al Tribunale fallimentare di Catanzaro – per la discussione dell’istanza avanzata dalla Procura di dichiarare fallita la Fondazione sul presupposto della critica situazione finanziaria.
Secondo l’accusa i dieci indagati, tra il 2008 e il 2011, avrebbero alterato in modo sensibile la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Campanella, attraverso una serie di omissioni nelle note integrative che formano il bilancio, non contabilizzando le voci relative alle prestazioni e al personale che veniva utilizzato dalle unità operative del polo oncologico con l’Azienda Mater Domini e con l’Università Magna Graecia.
Sempre secondo i magistrati ciò non sarebbe avvenuto per qualche sbaglio involontario ma sarebbero state operazioni consapevoli che avrebbero portato vantaggio sua alla Fondazione che all’intero Cda.