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Floriano Noto a tutto campo sul Catanzaro: squadra, gestione, Serie A, tifoseria

Scritto da Danilo Petrolino

Trascrizione dell’intervento del presidente nella trasmissione Coffee Bar di Tele A1, canale tv della sibaritide

Il Catanzaro attuale, la Serie A e la tifoseria

Non mi aspettavo queste performance: a inizio stagione avevo chiesto di entrare tra le prime 10-12, restando a metà tra playout e play-off, quindi una salvezza tranquilla. Abbiamo patito all’inizio perché la squadra era stata costruita per un modulo diverso, il 4-2-3-1. Il mister si è accorto che le caratteristiche dei giocatori rimasti erano più consone al 3-5-2 e ci siamo adattati. Chiaramente mancava un quinto vero e devo dire che è stato molto bravo il nostro direttore sportivo a individuare in Quagliata il giocatore con quelle caratteristiche.

Devo essere sincero: alla Serie A non ci penso proprio, e lo dico con grande onestà. Non abbiamo mai riflettuto, nel senso di dire “pianifichiamo la Serie A”. È un insieme di combinazioni e manca un requisito fondamentale: gli investimenti per portare la A diretta noi non ce li possiamo permettere. Può capitare, ed è chiaro che se capita l’accettiamo.

Noi abbiamo una tifoseria eccezionale che già negli anni passati ci seguiva ovunque. Abbiamo molti tifosi nel nord Italia e nei paesi oltre confine. Questa forse è una delle responsabilità maggiori che mi pesa, perché vedo migliaia di persone che fanno sacrifici – tenete conto che fare una trasferta oggi ha dei costi e non stiamo parlando di gente che ha stipendi d’oro – per sostenere i colori del cuore. Io sarò grato a vita a tutti loro e non posso chiedere di più.

Le regole per competere con i colossi

Io lo dico sempre con la massima schiettezza: le nostre società devono fare il matrimonio con i fichi secchi. Insomma, noi lottiamo costantemente sul mercato e in campo contro colossi che si possono permettere il lusso di spendere tanti milioni anche per giovani e noi onestamente non abbiamo questa potenzialità. E come noi dico il Cosenza, dico la Reggiana, dico le squadre di proprietà italiana, perché oggi il grande problema è che ci sono questi fondi, ci sono queste proprietà americane, che non so fino a che punto hanno convenienza a buttare questi soldi, però drogano il mercato.

Ne ho parlato anche col neopresidente di Lega B, Paolo Bedin, e credo che occorra lavorare su due fronti: il primo è sul contratto collettivo tra calciatori e società, che attualmente è tutto sbilanciato a favore dei calciatori, e il secondo è il salary cap [tetto salariale complessivo speso da ogni squadra, NdR], in maniera tale che ci sia una competizione equa tra le società.

Scouting e plusvalenze per un bilancio in ordine

Io credo che per le nostre società – ripeto parlo plurale perché metto insieme i club di provincia – la mission è questa, cioè quella di valorizzare giocatori, tenerli un anno, due anni e cercare di capitalizzare, cioè venderli per creare delle plusvalenze, perché altrimenti tenere il bilancio in ordine è difficilissimo: vale per il mio gruppo e per altri gruppi imprenditoriali italiani, tranne Arvedi della Cremonese che è un colosso, come se fosse americano.

Oggi abbiamo Bonini e Antonini che saranno sul mercato l’anno prossimo: abbiamo già parecchie richieste da società di serie A e quindi valuteremo. Bisogna fare questo lavoro di scouting: abbiamo preso un ottimo giovane dal Potenza, Verrengia, che è un difensore mancino che sta facendo molto bene in Serie C e l’abbiamo lasciato lì per 6 mesi, così l’anno prossimo sarà dei nostri. È un giovane del 2003 e ha già alle spalle parecchie partite di serie C [68, NdR], e cosa molto importante è un difensore centrale mancino e di questi non se ne trovano facilmente.

Ma ripeto è questa la nostra mission: quello che dico è che non bisogna affezionarsi ai calciatori, ma bisogna sostenere la società, perché cerca di mantenere sia i risultati sul campo, sia i conti economici in ordine.

La situazione del Cosenza e il derby

Non mi piace parlare di altre squadre, tanto meno di una corregionale. I numeri dicono che ce la può fare: mancano ancora 13 partite. D’altronde spesso e volentieri all’ultimo minuto dell’ultima partita ha mantenuto la categoria, quindi bisogna avere fiducia. Ormai la squadra è quella, l’allenatore è quello, la società è quella e i tifosi devono fare quadrato per sostenere il più possibile, cercando di salvare quello che si può salvare.

Il prossimo derby? Una mia caratteristica è che non conosco il calendario, per cui vedo partita per partita. So che oggi c’è il Cittadella e se lei mi chiede dopo il Cittadella cosa c’è, io non lo so, perché dico ai miei di non dirmi nulla.

La partita col Cittadella

Tempo fa ho detto sia al mister, sia ai ragazzi, che la serie B è molto aleatoria: non esistono partite facili. Pensate a Pisa-Cittadella: tutti avrebbero scommesso sulla vittoria del Pisa, eppure il Cittadella è andato a Pisa e ha vinto. Quindi tutte le partite sono da tripla. Bisogna sempre impegnarsi: ho detto ai ragazzi che bisogna avere umiltà, come se fossimo ancora nelle zone basse della classifica e lottare gara per gara. Questa partita è molto difficile perché la giochiamo contro una squadra di categoria, che ormai è consolidata in B e ha anche un ottimo direttore sportivo, uno tra i migliori in circolazione.

Foto US Catanzaro 1929

Autore

Danilo Petrolino

3 Commenti

  • Grazie PRESIDENTE per quello che fa per il nostro CATANZARO👏👏👏👏. Sempre FORZA CZ🧡❤️🧡❤️🦅🦅🦅 Saluti a tutti iTIFOSI

  • Presidente io ti amo e spero che duri il più s lungo possibile, però sentire dire che non pensa o pianifica la serie A e che non cercherà di trattenere i giocatori più forti e richiesti per provare a salire, da tifoso mi fa’ un po’ male… L’ho ha detto lei, abbiamo dei tifosi che poche squadre hanno nel mondo…ci regali un sogno 🙏🏼..💛❤️

  • Lasciamolo fare al nostro grande Presidente, ma voi pensate davvero che non aspiri alla …………… (non si dice per scaramanzia) ??
    Lui è saggio e sa aspettare il momento opportuno, intanto sta trasformando una piccola Società (così era !!) in una holding con mille iniziative e strutture sportive per far crescere i giovani e quindi PRODURRE risorse.
    Vi sembra niente?!?!

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