A inizio secondo tempo della partita di sabato contro l’Ascoli, alcuni spettatori si sono presi il lusso di fischiare la squadra. La prima cosa che mi viene in mente è che probabilmente si tratta di persone che non sanno dove si trovino Albanova o Tricase e si sono magari trovati la “tavola apparecchiata” in serie B, apparecchiata da chi per decenni ha tenuto in vita questo sogno e non ha mai mollato un millimetro; allora se perdiamo con l’Ascoli secondo loro non va bene. Non so se siano nostalgici di trasferte che ci hanno visto giocare perfino nel campetto del dopolavoro di un penitenziario. Preferisco vedere la mia squadra che si misura in serie B contro l’Ascoli, magari perdere, ma in serie B.
Non si dimentica l’inferno che abbiamo attraversato per decenni, irrisi nei peggiori paesini del meridione. E questi emuli di Valcareggi ritengono di storcere il naso rispetto a tattiche che non gradiscono; e, anziché tifare (ammesso che durante la partita lo avessero fatto), addirittura fischiano.
Credo che ci siano delle regole non scritte, ma tramandate dai nostri padri, su come si sta allo stadio: una, fondamentale, è che la maglia non si fischia mai. La maglia del Catanzaro non è un gadget: è una bandiera, e le bandiere non si fischiano.
I ragazzi che le indossano quest’anno sono in gran parte gli stessi che l’anno scorso ci hanno regalato un’impresa, che, più che di trionfo sportivo, sa di riscatto dalle mortificazioni di decenni nerissimi. Questi calciatori si ringraziano, senza “sé e senza ‘ma”.
Provo ad anticipare un paio di obiezioni. La prima: “erano quattro stupidi”. Non conosco il grado intellettivo dei fischiatori, ma quantitativamente non erano solo quattro, perché i fischi si sono sentiti. E questo è doppiamente sbagliato, perché è un torto agli altri tifosi, che amano questa squadra oltre ogni ragionevole dubbio, e ai calciatori, che annoverano solo meriti per il capolavoro che ci hanno regalato l’anno scorso, che ci ha restituito dignità e orgoglio sportivo. Questi ragazzi si ringraziano; sì per l’anno scorso, ma anche per le soddisfazioni che sono già riusciti a darci quest’anno, non si fischiano. Mai.
La seconda: “pago il biglietto, se lo spettacolo non mi piace, fischio”. No. Quella del Catanzaro non è mai una semplice partita di calcio: è sempre una battaglia. E in battaglia ci si va tutti (tifosi compresi) con piglio combattivo, si sostiene, si urla, si affianca chi gioca e con chi gioca si patisce e si gioisce, finché ce n’è. Per tutto il resto c’è DAZN, e a “pasta chjina da socera”
Ultima considerazione. Sta calando il numero dei tifosi presenti al Ceravolo. Bisogna stare vicini a questa squadra per senso di gratitudine ma anche per dimostrare combattività, sostegno e resilienza. E questo non solo nelle grandi occasioni. Sabato puntiamo a ‘quota 41’, che significa traguardo raggiunto a metà febbraio. Qualcuno era in grado di prevederlo?
Tifiamo per i tifosi, perché tornino a riempire lo stadio e a sostenere il Catanzaro, anche oltre il novantesimo, qualunque cosa accada, cominciando da sabato prossimo. Con l’auspicio che ‘Il Boato’ sia sempre più forte.
Forza Giallorossi.
Redazione 24
Ottimo articolo scritto da chi ama chiaramente, senza se e senza ma la squadra del Catanzaro. Le polemiche le fa che critica negativamente e gira intorno ad un dato di fatto. Più divani per tutti…chi va allo stadio deve saperci stare.
Caro amico giallorosso il vero tifoso del Catanzaro ,per chi come me ha vissuto sulla propria pelle le gare di serie A dal 1971 in poi fino ai giorni nostri ,ha oramai raggiunto una maturità che alcuni pseudotifosi improvvisati neanche possono immaginare. Le mele marce purtroppo esistono dappertutto. Il Catanzaro si ama a prescindere.
Niente da fare, ci siete cascati anche voi.
Fate giornalismo per favore, perché questo NON lo è.
Messaggio x la redazione, c’era un messaggio di un tal soppressata, lo avete cancellato, e non era offensivo, lo sapete come si chiama questo comportamento? Si che lo sapete! Se i messaggi non sono offensivi non vanno cancellati, ricordatevi l’articolo 21 della costituzione. Non tutti possono essere d’accordo di non criticare a prescindere, vanno rispettati tutti i pareri, senza polemica, ma solo analizzando dati di fatto, altrimenti che ci stanno a fare i giornali, le trasmissioni televisive, i forum ecc ecc, se dobbiamo dire che è tutto ok anche quando si sono fatte partite oscene e figure di merda galattiche, allora chiudiamo tutto e non ne parliamo più.
Bravo, esatto!!
Tutti amiamo il Catanzaro è su questo non esiste alcun dubbio. Così come i Juventini amano la Juventus, ma lunedì sera i fischi ci sono stati, come col Milan tempo fa ecc.
Stiamo esagerando, la libertà di esprimere la propria opinione deve essere garantita, proprio voi giornalisti ne fate il primo argomento di battaglia contro chi la vuole reprimere. E per quanto riguarda Iemmello tutto gli perdoniamo perché: ava u stessu DNA nostru Catanzarise!!!
Grazie palanchito, sono rimasto veramente deluso dalla redazione di .NET
Cara redazione, cercherò di essere educato per non cadere nella vostre continue provocazioni verso NOI TIFOSI e per non essere bannato…avete la faccia come il culo! In data 22/01/24 VOI avete scritto un articolo: Catanzaro grido d’allarme, occorrere dare una svolta (che invito i tifosi a rileggere…) dove VOI per primi avete CRITICATO la società e la squadra perche’ sbandava vistosamente invocando acquisti!! Ora è un paio di settimane che scrivete questi articoli del piffero… Cos’è successo?? È cambiato qualcosa?? Siete stati ripresi da qualcuno??? Non siamo più liberi di esprimere un pensiero se è differente dal vostro o di qualcuno?? Ricordati che i giocatori, gli allenatori, e voi giornalisti passate… l’unica cosa che rimane e che conta è SOLO IL CATANZARO!! IL NOSTRO AMORE PER QUESTI COLORI VIENE TRAMANDATO DA PADRE IN FIGLIO E CI PORTERÀ A SEGUIRLO SEMPRE E OVUNQUE A, B, C, D che sia lo stadio di Milano, o quello del Tricase…NOI NON SIAMO MERCENARI
La Fede, che non chiede mercede, mai retrocede!
AVANTI AQUILE!
👍👍👍
La cecità non é mai un bene. Il fatto di essere in serie b non esime né i calciatori, né la società, dal tutelare ed onorare maglia e colori. Non essere d’accordo con una certa politica o con certi atteggiamenti in campo, non significa aver dimenticato lacrime, speranze, dolori, umiliazioni , gioie e tutte le sensazioni che possono derivare dal tifare dannatamente per la nostra squadra. Che infatti é nostra.