È una Befana insolita per 500 catanzaresi che nelle prime ore del mattino, con auto e pulmini, si trasferiscono in terra pugliese per assistere alla prima sfida del 2013 del Catanzaro. Fra le due tifoserie c’è uno storico gemellaggio e questo contribuisce all’esodo d’intere famiglie che con bambini al seguito passano una domenica diversa. Le due curve con striscioni e cori d’incoraggiamento reciproci rinsaldano la vecchia amicizia, ma quando inizia la partita ognuno a sostenere la propria squadra. Troppo alta la posta in palio: sia Barletta sia Catanzaro non occupano posizioni di classifica tranquille. Fare punti è indispensabile per entrambe.
La squadra di Novelli si presenta all’incontro con alcune assenze importanti ma mantiene il solito 4-3-3 molto offensivo. Cozza risponde con la formazione titolare al gran completo ma all’ultimo minuto deve rinunciare a Quadri per via di alcuni punti di sutura all’altezza dell’occhio sinistro dopo un contatto avuto nella rifinitura del sabato. I due nuovi giallorossi Sabatino e Bacchetti si accomodano in panchina. Per sostituire il regista catanzarese mister Cozza sposta Sirignano sulla linea mediana con Ulloa e Benedetti che nella zona nevralgica dovranno costruire la manovra. In pratica il 3-5-1-1 delle ultime partite si trasforma in un più prudente e anomalo 3-1-4-1-1.
Il giovane Barletta punta tutta sulla velocità ed effettivamente sin dai primi minuti notiamo che la differenza fra le 2 squadre è soprattutto nelle gambe. Il Catanzaro in queste settimane di pausa ha lavorato duro per i richiami della preparazione estiva e per mettere in condizione i nuovi arrivati e quei calciatori titolari che non hanno svolto il ritiro pre-campionato. Per tutto il primo tempo lo spettacolo offerto dalle due compagini è davvero poca cosa. Nessuna occasione e molti errori in fase d’appoggio. Preoccupanti quelli nella retroguardia a 3 dei giallorossi (in maglia nera come nella vincente trasferta di Perugia): a turno sbagliano tutti e creano qualche apprensione ai tifosi assiepati in curva sud. Per fortuna gli avanti barlettani pur arrivando sul fondo con gli esterni, specie sul lato dove opera Ulloa, sono imprecisi e non inquadrano mai lo specchio della porta.
Questa situazione di gioco è condizionata anche dal fatto che prima Orchi (di nuovo capitano), poi l’argentino sono ammoniti al primo fallo dal fiscale signor Maresca. Pertanto i due sono più morbidi negli interventi successivi per evitare altri pericolosi cartellini. Con Sirignano metodista davanti alla difesa e con Benedetti e Ulloa nel mezzo produrre gioco è quasi impossibile. La circolazione della palla ne risente e i reparti sono sfilacciati con Fioretti e Russotto spesso abbandonati in avanti al loro destino. A sinistra Squillace non spinge perché i rifornimenti mancano e solo Fiore cerca sulla destra di saltare l’uomo. Veri pericoli per la porta di Liverani non ce ne sono. Russotto tenta di accendere la luce con qualche azione solitaria e con un calcio di punizione dal limite. Quando termina il primo tempo contiamo più sbadigli sugli spalti che azioni degne di nota.
Nella ripresa bisogna fare qualcosa e Cozza rischia sin da subito Quadri che entra in campo con un’appariscente fasciatura sul capo. C’è anche D’Alessandro buttato nella mischia e adesso il Catanzaro è più squadra e può manovrare meglio. I cambi di Cozza sono influenzati oltre che dalla poca fluidità della manovra anche dal fatto che Ulloa e Orchi sono sul taccuino dell’arbitro. Dopo 10 minuti del secondo tempo la partita si accende. Prima è il Barletta a trovare un varco e, con un bel sinistro di Dezi, a sfiorare la traversa della porta difesa da Pisseri. Ora però in campo c’è un altro Catanzaro che pur senza brillare riesce a chiudere per 10 minuti il Barletta nella propria metà campo. Fioretti e poi Russotto fanno gridare al goal che non arriva solo per due prodezze di Liverani. In un’azione in area però c’è un fallo di mani di un difensore barlettano. L’arbitro assegna il rigore che Fioretti trasforma con freddezza spiazzando l’estremo difensore.
La reazione dei barlettani è immediata ma confusa e gli attaccanti pugliesi più che tentare la via della rete cercano il tuffo in area di rigore. L’arbitro Maresca però non ci casca. Sul finale i ragazzi di Novelli rimangono in 10 per l’espulsione di Mazzarani. Il Catanzaro potrebbe chiudere la contesa ma sprecano due ripartenze con Russotto e Masini (subentrato nel frattempo a Fioretti). Nel finale i pugliesi lanciano palloni in area di rigore e prima Dezi con una conclusione da due passi e poi La Mantia con un colpo di testa chiamano Pisseri a due grandi interventi che salvano i giallorossi e il risultato. Le stranezze del calcio e di questa partita sono confermate dal fatto che, alla fine di una contesa così scialba e con poche occasioni da rete, sono i due portieri a essere i migliori in campo.
Il Catanzaro al momento è fuori dalla zona play out e, grazie alla serie positiva iniziata a Perugia e interrotta solo dalla sconfitta di Avellino, può guardare con più fiducia al suo futuro. È vero che la classifica è corta e tutto è ancora in discussione. Bisogna però rimanere vigili e con i piedi per terra. Il mercato è in fermento e altri rinforzi arriveranno, ma lo stesso faranno gli avversari. La prima partita dopo la sosta natalizia per tutte le squadre è sempre un terno al lotto (vedi Juve ieri) ed è poco indicativa. Per questo i 3 punti di ieri sono importantissimi, ma allo stesso tempo non ci si può cullare. Non per niente al termine della partita Presidente e Amministratore Delegato del Catanzaro hanno annunciato nuovi arrivi per colmare le lacune della squadra.
Domenica un’altra sfida importantissima aspetta i giallorossi. Arriverà il Latina che, in attesa del posticipo di stasera con il Pisa e del recupero contro la Paganese, potenzialmente è la capolista. I giallorossi avranno un giorno in più per recuperare e un’altra settimana per smaltire i carichi di lavoro. E, lasciatecelo dire, avranno dalla loro parte anche il pubblico. Quei 500 di ieri, che hanno seguito la squadra nonostante la posizione di classifica, valgono tantissimo. Sono numeri che poche tifoserie possono permettersi e l’augurio è che adesso in casa il “Ceravolo” torni a essere quella bolgia di un tempo con il suo 12° uomo in campo. Una società come questa e con un “Mister Gicos” così passionale è merce rara nel mondo nel calcio, soprattutto a Catanzaro.
È davvero giunto il momento in cui il “Ti sosterremo sempre più, ti sosterremo sempre più” sia supportato nei fatti. Perché dalle nostre parti c’è davvero, solo il Catanzaro.
Salvatore Ferragina