Una rondine non ha fatto primavera. Câera da aspettarselo. La prestazione contro gli abruzzesi ha denotato mancanza di idee, e fragilità in tutti i reparti. Tranne la buona volontà dei soliti noti, buio pesto. E lo stesso tenore è da riportare alla gara contro la Triestina, scusate lo scioglilingua, veramente âtristeâ. Il tempo passa, le giornate di campionato pure, ma tutto sembra ricalcare lâandazzo dello scorso campionato, anzi ancora peggio. Ero in dubbio se scrivere il mio editoriale o meno. Ultimamente si pretende che chi non sta sul palcoscenico degli attori, pianifichi le proprie idee offendendo i fatti. Non è giusto perché chi scrive, insieme ai colleghi di redazione, deve innanzitutto rispettare i propri cortesi lettori.
La situazione dei giallorossi si sta trasformando in una pericolosissima bomba ad orologeria anche perché molti nodi stanno inevitabilmente venendo al pettine. Tutti noi che amiamo le sorti del Catanzaro, ci si augura un cambio di rotta, ma il caos che registriamo è totale.
A Trieste la squadra, tranne qualche occasione nella prima frazione di gara, ha giocato male e nel secondo tempo è stata inesistente. A differenza dellâanno scorso, lâestremo difensore giallorosso si è dovuto recare nel âsaccoâ per ben due volte e ora la depressione è totale e giustificata.
I rimedi? Le responsabilità ? Non apparteniamo alla Magistratura e ci piacerebbe attendere per emettere i nostri verdetti (anche se purtroppo sono immaginabili) e non vogliamo vestire i facili panni di coloro che gridano al crocifiggi. Ma, è ovvio, la tentazione a farlo è veramente forte.
Le situazioni interne alla società saranno risolte allâinterno della società , oppure queste situazioni appartengono solo alle malelingue? Ci si augura che la verità sia figlia del secondo caso.
La lettura tardiva delle situazioni tattiche della gara, sono solo un caso o appartengono al DNA del buon Buso? Ci si augura che la verità sia figlia del primo caso.
La situazione scomoda di Gabriele Martino è causata dalla carenza dei mezzi avuti a disposizione o dalla sua incompetenza? Non ci si augura nessuno dei due casi.
âCi si auguraâ solo il meglio per le aquile giallorosse e non fa piacere a nessuno commentare certe gare vestite di assoluto anonimato. Allâinizio del torneo si è puntato il dito contro la difesa, poi si è passati al centrocampo e in ultimo allâattacco. E allora? Certe posizioni ricoperte permettono onori ma contestualmente esigono oneri. E allora sembrerebbe giunta lâora di fare un breve bilancio allâinterno dei vertici societari tra quattro mura e tra tutti i soci, tralasciando la condivisione degli stessi con una non meglio identificata èlite della tifoseria.
Si tratta delle regole base di una corretta comunicazione e condivisione delle fortune (in questo caso, purtroppo, âsfortuneâ) con il 100% della tifoseria. Registriamo un ambiente in metastasi, registriamo una situazione di attriti a volte anche stupidi, ma le spaccature allâinterno della tifoseria giallorossa, le competizioni fine a se stesse, non hanno mai conosciuto questi livelli patologici. Ma sul serio ci sarebbero i tifosi “buoni” e quelli “cattivi”? Perché? Cosa ha partorito questa situazione incandescente?
Siamo oramai lontani dallâepoca di Dedalo ed Icaro e le ali di cera, quando il sole è forte, si sciolgono inesorabilmente. Urge una soluzione, urge non perdere tempo prezioso. Certamente Buso ha commesso degli errori. La sostituzione sul risultato di parità di qualche elemento di centrocampo ha evidenziato lâassoluta inadeguatezza deiâ¦sostituti permettendo allâex Briano di fare lo Zidane della situazione. La gestione approssimativa dei nuovi arrivati e la dichiarata mancanza di fiducia verso i giovani, non fa di certo bene a nessuno. Che fine hanno fatto i vari Ticli, Russo e Ottonello? Quanto ci vorrà perché il centrocampo assuma unâidentità ben definita? Quante umiliazioni dovremo ancora sopportare? Martino e Buso sono prigionieri di questa situazione tecnica, la Società deve divincolarsi tra dissapori tra le due fazioni, e purtroppo lâunica vittima di tutto ciò rimane la tifoseria, insieme a chi solo per amore evidenzia la realtà dei fatti.
Noi restiamo e resteremo sempre (umilmente) al vostro servizio, al servizio dei nostri preziosi, cortesi lettori, cercando di restare orfani da stupide partigianerie, anche perché il nostro comune amore è il Catanzaro. Chi cerca con tutte le proprie forze di gettare discredito verso chi ha sempre umilmente sposato la causa giallorossa e servito soprattutto chi sta fuori sede con i propri servizi (gratuiti), chi cercherà di gettare fango iniziando chirurgiche operazioni di discredito personali, ha già avuto dei boomerang antipatici dalla realtà e questi sforzi potrebbero avere come output soltanto una virtuale ernia cerebrale, perché la verità è innanzi agli occhi di tutti e non è dato a nessuno oscurare il sole con una rete da pesca.
Da parte nostra, come da tutta la tifoseria giallorossa, si auspica il ritorno del sereno in campo societario, tecnico e della ineguagliabile tifoseria. Non ci stancheremo mai di gridare con la faccia rivolta al sole âForza Catanzaroâ e di sostenerlo malgrado tutto.
Giuseppe Mangialavori
P.S. Precisazione: la seconda parte del titolo del presente editoriale non è di certo “…lasciala andare”.