Senza tintinnanti quattrini difficilmente si raggiungono risultati apprezzabili in ogni campo.
Senza una base economica consolidata da investire nel mondo sportivo, chiunque si affaccia nel calcio ottiene purtroppo quanto ottenuto dell’attuale dirigenza FC. Una stagione anonima senza infamia e senza gloria, che per chi si accontenta può essere positiva “specie inella C2 più scarsa degli ultimi 16 anni”.
Si parte da una sciorinata estiva di belle prospettive e di paventati milioni di euro da investire, con tanta buona volontà e passione per risollevare le sorti sportive della città capoluogo di Regione.
Si arriva a fine campionato purtroppo, con mani che stringono pugni di sabbia effimera, dopo sequele di promesse lungo il percorso, quando ancora si poteva raddrizzare la barca.
Dice cose discutibili chi sostiene che a Catanzaro sono arrivati giocatori scarsi e non atti a portarci alla salvezza in B o alla promozione dalla C2. Dice cose discutibili chi sostiene che a Catanzaro non c’è gente che capisce di calcio e che non abbia a cuore le sorti del Catanzaro. Dice invece lampanti verità chi sostiene che a Catanzaro esiste gente che ci prova con buone intenzioni, (vecchia dirigenza Uesse ed attuale dirigenza FC), ma che non manifesta realmente le capacità economiche per supportare la volontà, … e cosa più avvilente non ha l’adeguata umiltà nel comprendere i propri errori e nel circondarsi di persone propositive. Il risultato?… l’ennesimo bidone, questa volta almeno è un “bidone illuminato”!
Nelle piazze dove il cuore vince sul cervello, come a Catanzaro, la maggior parte dei tifosi risulta credulona e innamorata delle idee, si è sempre pronti ad accogliere chimere purché dipinte di “giallorosso”.
Tifosi folli d’amore per due colori, tanto da risultare ciechi da anni ad ogni reale manifestazione dell’incapacità dirigenziali nel raggiungere gli obbiettivi.
Infatti:
— a nulla sono valse le sei vittorie consecutive dei ragazzi dell’FC in una scarsissima C2-2007, a dimostrare che “se ci motivate noi possiamo anche vincere il torneo”.
— a nulla sono valse le buone prove della squadra di Serie B con Cagni, quando in Gennaio si era vinto in casa con la Triestina arrivando a -3 dai play-out, per poi dimostrare con il vergognoso 3-0 subito a Crotone, che solo le giuste motivazioni ($ o meglio €) mal corrisposti, pagano e portano alla salvezza.
— a nulla sono valsi i segnali inviati dalla squadra di Buso nel campionato 2005/2006, la vittoria in 8 contro 11 dell’Uesse contro il Crotone. Oppure la classifica di B al 27 Febbraio 2006 in cui l’US Catanzaro di Giordano a quota 25 era terzultima con l’Albinoleffe che poi si salvò. Ma come, l’Albinoleffe con 300 spettatori e nessun bacino di utenza si salva in B e l’Us Catanzaro 1929 a pari punti il 27 febbraio 2006, no? … a nessuno sorge il dubbio che siamo un popolo di creduloni che non è capace di imparare dalle reiterate bastonate sportive ricevute ? Era facile salvarsi in B nel 2006, bastava toccare i giusti tasti “€” per sensibilizzare al minimo i calciatori; era facile questo anno arrivare almeno ai play-off come dichiarato dalla società in Gennaio 2007, bastava non ripetere gli errori degli scorsi anni. Errori dovuti all’assenza di colorati “Euri”?… sarebbe buona norma ormai concedere la fiducia sportiva, solo a chi dimostra di meritarla, non a chi promette di meritarsela in un futuro che da anni non diviene mai presente. Allo stadio o al teatro ci si va solo se lo spettacolo lo merita, e non penso che il 2 a 2 contro il decimato Benevento sia un esempio di merito e volontà sportiva. Il tempo del sostegno a prescindere per me è esaurito con la non iscrizione dell’Uesse.
Non si può neanche dire che in “illo tempore” nessuno ha tentato di avvertire e sollevare costruttivi dubbi su quanto stava palesemente accadendo. Ma nonostante gli avvertimenti il popolo giallorosso ha preferito le bistecche sugli occhi ed il fumo delle parole, alla reltà dei dati di fatto.
Naturalmente ogni scelta civile, seppur sbagliate nei risultati, va rispettata senza agitare gli animi ed esasperare le vicende. Come tale riamnga chiaro un concetto:
Ogni dirigente sportivo che sborsa soldini propri (e ne intasca o meno), ha il diritto di farlo nel modo e nella quantità che ritiene opportuno, e nessuno di noi commentatori o tifosi dovrebbe fare i conti nelle tasche altrui. Altresì risulta corretto vigilare e valutare educatamente e costruttivamente i risultati ottenuti sulla base degli investimenti inizialmente promessi e quelli realmente investiti e concedere o meno la fiducia andando o meno allo stadio.
Chi ci va è naturalmente pregato di non disturbare, anche se lo spettacolo non è gradito si può protestare civilmente a fine gara, con un sano e fragoroso “pernacchione” o un semplice fischio di disappunto ed il tutto deve finire li.
D.P.