Catanzaro di nuovo a un bivio della sua travagliata storia post-Lodo. Nella conferenza stampa, appena conclusa nella sede sociale del FC Catanzaro, è emersa con chiarezza la pesante situazione economica della società di Via Barlaam da Seminara. Al tavolo erano presenti il presidente Aiello, l’avv. Silipo, legale della società, il commercialista Scarpino, il presidente del Collegio Sindacale Muraca e il socio di minoranza Soluri.
La crisi finanziaria della società è stata illustrata da Muraca che ha parlato di 700.000 euro, da versare entro aprile, per consentire l’iscrizione al prossimo campionato del Catanzaro e garantire la gestione corrente per quanto riguarda la stagione in corso. In sostanza, i soldi dovrebbero servire per ripianare le perdite, pagare i contributi evasi e gli emolumenti dei calciatori. Muraca si è anche soffermato sui mancati introiti da botteghino che avrebbero fatto saltare la programmazione economica della società. Ed è proprio a questo discorso che si è riallacciato il presidente Aiello, il quale ricordava una diversa passione e una maggiore presenza allo stadio dei tifosi giallorossi.
Aiello, in un momento convulso della conferenza stampa, ha garantito di avere le disponibilità economiche per finire il campionato. Ma non ritenendo giusto dissanguarsi per il Catanzaro, anteponendolo alla sua famiglia, ha rivolto l’ennesimo appello alla classe imprenditoriale e alle istituzioni, dichiarando che manderà avanti il progetto solo se arriveranno contributi/convenzioni da parte di questi soggetti. Altrimenti ha fatto intendere che potrebbe lasciare.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, il presidente giallorosso ha mostrato le immagini del progetto per il nuovo campo di allenamento. E ha dichiarato, inoltre, di voler confermare il DG Pitino e il tecnico Auteri, rivendicando orgogliosamente la paternità e la bontà della splendida stagione che il Catanzaro sta disputando.
Red
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Una conferenza stampa strana, paradossale, quasi comica se non ci fosse di mezzo la sorte del Catanzaro. Siamo a marzo, primi in classifica, e la società ha di nuovo bisogno di 700.000 euro per sopravvivere. Un presidente che è entrato nella compagine azionaria un anno fa, che ha acquisito la maggioranza sei mesi fa e che, oggi, con sette partite decisive da giocare, convoca un incontro con i giornalisti per annunciare che, se le istituzioni e gli altri imprenditori non gli danno una mano, potrebbe lasciare. Dichiarazioni che creano solo confusione, senza una soluzione che non sia la solita regalia dell’imprenditore di turno o la famigerata colletta istituzionale, di cui la società ha già goduto ampiamente e che ha garantito la sopravvivenza del Catanzaro.
Aiello ha scelto di fare l’imprenditore, ha scelto di fare il presidente del Catanzaro assumendosi oneri e onori. Gli sono stati riconosciuti gli onori di aver costruito una splendida squadra, in grado di vincere e divertire. Gli vanno attribuite anche le responsabilità. Innanzitutto i contributi non pagati (per ammissione della società) che fanno pendere sulla testa del Catanzaro un’altra penalizzazione o una forte multa. Gli stipendi dei calciatori non sono in regola (e lo sciopero di fine dicembre è un’umiliazione che non può essere dimenticata). Altre scadenze si approssimano: un’ulteriore tranche di contributi da versare (necessari anche per l’iscrizione a giugno al prossimo campionato) e la dovuta ricapitalizzazione, sottoscritta ma non versata, che andrà garantita da Aiello tra un paio di settimane. Altrimenti si spalancheranno le porte del tribunale.
Aiello è a un bivio: continuare a investire nel Catanzaro (se può) o farsi da parte, mettendo a disposizione le sue quote per eventuali imprenditori interessati. Una via di mezzo non esiste: impegno o disimpegno. L’attesa di altri contributi esterni indebolisce la società agli occhi di tutti gli interlocutori, calciatori compresi. E il suo aut aut (“ho i soldi per mandare in avanti il progetto, ma senza aiuti lascio”) suona quasi come un sinistro ricatto. In ballo c’è la convenzione per lo stadio che però non può servire a sanare i debiti della società. Un’occasione importante, una vicenda che si gioca intorno attorno ai tavoli della politica, oggi in piena campagna elettorale. In mezzo i tifosi. Che non fanno più in tempo ad appassionarsi per questa squadra che subito sono costretti a scontrarsi con una realtà di pressappochismo e improvvisazione. Un déjà vu inaccettabile.
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