(In foto: faccia da fallimento )
Cala il sipario sul Football Club Catanzaro. Una fine ampiamente annunciata che si è concretizzata questa sera con la richiesta di fallimento avanzata dai soci (tutti presenti tranne Aiello e Catalano) riuniti presso lo studio del notaio Roberta Crispino. Un incontro durato poco più di due ore, che ha visto anche la partecipazione dell’assessore comunale Danilo Gatto, nel quale non si è fatto altro che prendere atto dell’impossibilità di percorrere strade alternative. Eloquenti le parole di Maurizio Ferrara a margine dell’incontro: «Quella del fallimento era l’unica soluzione attuabile per cercare di salvare il titolo sportivo nella speranza che in tribunale qualcuno si faccia avanti. Di certo al momento non c’è nessuno disposto a fare calcio in città»
Al riguardo è utile capire quale sarà l’iter del fallimento e quali riflessi avrà sull’attività agonistica della squadra. In primo luogo l’Fc dovrà produrre una relazione tecnica da sottoporre al giudice nella quale si illustreranno i vantaggi di portare a termine il campionato in corso. Incassato il parere positivo da parte del giudice si andrà avanti per le rimanenti quattordici gare. Sull’intera operazione c’è però un grande punto interrogativo legato ai costi di gestione ordinaria della società. In parole povere mancano i soldi per arrivare fino a maggio. Problema non di poco conto se si pensa al clamoroso flop della “gestione spartana” pubblicizzata dallo stesso Ferrara non più di sei mesi fa. In questo senso bisognerà conoscere anche il parere di Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, presenti nell’Fc per mezzo dell’associazione “Tribuna Gianna”. Insomma un rebus nel rebus da sciogliere nel più breve tempo possibile.
Rimane sullo sfondo la totale assenza della tifoseria organizzata e non. Emblematici i tre tifosi (di cui due cronisti) rimasti ad aspettare i soci all’uscita dallo studio notarile. Alla storia non sarà consegnato il fallimento di una società per azioni, bensì quello di un’intera comunità incapace di reagire.
Francesco Panza