Dal pentolone escono 30 nuovi casi: la Procura catanzarese ha integrato la delega d’indagine alla polizia giudiziaria impegnata nella vicenda dei falsi esami alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Magna Graecia. Gli inquirenti, in buona sostanza, dovranno definire la posizione di un’altra trentina di ex studenti dell’Ateneo catanzarese sospettati di aver ottenuto la laurea bypassando alcuni esami.
Gli accertamenti, secondo quanto appreso, non dovrebbero protrarsi a lungo: subito dopo dovrebbero scattare gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico delle decine di persone coinvolte nella maxi-indagine affidata ai pm Paolo Petrolo e Salvatore Curcio.
Il calderone scoperchiato dalla Procura conta già centinaia di casi, tutti legati da una matrice comune: l’apposizione di false firme sulle veline (dei verbali d’esame non ci sarebbe traccia alcuna) avrebbe consentito la registrazione di esami mai effettivamente sostenuti. Al centro del raggiro ci sarebbe stato un funzionario della facoltà di Giurisprudenza finito in manette che, per denaro o altro (si attende la formalizzazione delle accuse con la chiusura indagini), avrebbe “spianato” le carriere di decine di studenti. I falsi esami avrebbero riguardato decine di materie, ma senza complicità – è bene precisarlo – dei docenti che sarebbero stati del tutto ignari del presunto raggiro; anzi, il loro disconoscimento delle firme apposte sulle veline (gli appunti informali che vengono presi e sottoscritti dai professori durante lo svolgimento degli esami) è uno dei cardini dell’accusa. È stata la stessa Università a presentare denuncia dando il via alle indagini nel 2006: un docente, nel corso di una sessione di laurea, si sarebbe accorto che fra le candidate c’era una studentessa che era certo non avesse superato l’esame della sua materia; da qui la segnalazione al rettore e l’esposto con successiva apertura dell’inchiesta penale. I Carabinieri – delegati agli accertamenti – hanno spulciato registri e verbali ricostruendo le carriere di centinaia di studenti. E sono saltate fuori le presunte irregolarità, contestate agli interessati volta per volta. Sono seguiti i sequestri dei titoli di laurea sospetti e l’insediamento di una commissione interna nominata dal rettore Francesco Saverio Costanzo, che finora ha proceduto con la revoca di 31 lauree sospette mentre un’altra ventina di casi sarebbe in via di definizione. Nei mesi scorsi, fra l’altro, la Procura ha ottenuto dal giudice per le indagini preliminari un provvedimento interdittivo nei confronti di una trentina di avvocati sospettati di essersi abilitati all’esercizio della professione forense sulla base di lauree illegittime; tutti quelli iscritti all’Albo degli avvocati di Catanzaro sono stati radiati su deliberazione del Consiglio dell’Ordine.
Fonte: -Giuseppe Lo Re – gazzetta del sud