Una condanna e cinque assoluzioni. Si è concluso così il primo atto giudiziario della vicenda che riguarda la ormai fallita Us Catanzaro 1929 dopo le due stagioni di serie b, anni 2005 e 2006.
La società è stata dichiarata fallita il 15 giugno del 2007. I giudici del Tribunale collegiale, presieduto da Tiziana Macrì ha condannato Claudio Parente, ad 1 anno e 10 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 4 anni) mentre ha assolto l’imprenditore Massimo Poggi, il commercialista Giuseppe Ierace, Domenico Cavallaro, Bernardo Colao e l’avvocato Gerardo Carvelli.
Per questi sonoo crollate le accuse di bancarotta fraudolenta e truffa.
Il PM Vito Valerio oltre alla condanna dei sei imputati, che a vario titolo, all’epoca dei fatti, hanno ricoperto un ruolo all’interno dell’ Us Catanzaro, oggi in aula ha inoltre chiesto per il capo di imputazione relativo ai lavori di ristrutturazione dello stadio “Nicola Ceravolo” l’assoluzione per insufficienza di prove e per il reato di truffa il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
Durante la requisitoria il pubblico ministero ha ripercorso gli atti di indagine: dalla presentazione di un bilancio solo apparentemente florido e meritevole di finanziamenti pubblici, ma in realtà insussistente, all’acquisizione di somme indebitamente percepite fino al trasferimento illecito delle stesse ai soci.