Il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro ha rinviato a giudizio quattro persone coinvolte in un presunto caso di estorsione con il metodo del cavallo di ritorno. Si tratta del 66enne Saverio Petitto, del 33enne Gianluca Petitto, di Addolorata Passalacqua, 49 anni, e di Enzo Passalacqua, 25 anni, per i quali il processo avrà inizio il 3 ottobre davanti al tribunale del capoluogo calabrese, dove saranno difesi dagli avvocati Alessandro Guerriero e Vonella. La vicenda che ha coinvolto gli imputati è venuta alla luce nel luglio scorso, quando i carabinieri arrestarono in flagranza Saverio Petitto, mentre gli altri tre indagati furono all’epoca denunciati a piede libero.
Tutto iniziò dalla denuncia di furto del proprietario di un fuoristrada Toyota Land Cruiser, che diede il via alle indagini dei militari della Stazione di Santa Maria, quartiere a sud di Catanzaro. Dopo la denuncia la vittima, secondo quanto ricostruito dall’accusa, si sarebbe rivolto a Petitto che lo avrebbe rassicurato sul fatto che il mezzo si sarebbe potuto “recuperare” pagando 1.000 euro. A quel punto il proprietario del fuoristrada sarebbe andato a prendere i soldi da un istituto di credito, avvisando però i carabinieri, che hanno seguito tutte le fasi successive: l’incontro tra Petitto e il proprietario del fuoristrada, con la consegna del denaro al primo il quale lo avrebbe dato a un’altra persona; poi Petitto che accompagna il proprietario del mezzo in via della Resistenza, nel quartiere Santa Maria, dove avviene la restituzione del fuoristrada.
E proprio in quel momento i carabinieri intervengono arrestando Petitto in flagranza. Mesi dopo, e precisamente a febbraio, i militari ed il pubblico ministero titolare, chiedono e ottengono con le medesime accuse di estorsione un provvedimento cautelare anche per Enzo Passalacqua, scovato e arrestato in una casa di località Bellino. (AGI)