Sono oltre trecento gli indagati dalla procura di Cosenza su un presunto giro di falsi esami all’Università della Calabria. Una fabbrica di immeritate promozioni. Inventata per combattere lo stress da studio. “Questa non è la mia firma!”: è sobbalzato sulla sedia l’attempato docente universitario di Cosenza quando il pm Antonio Tridico gli ha mostrato la firma apposta a corredo d’un certificato di sostenuto esame. Un certificato che era stato depositato nella segreteria dell’ateneo di Arcavacata, l’ateneo più grande della Calabria. Lo riferisce in un articolo La Gazzetta del Sud di oggi.
La magistratura ha aperto un inchiesta trovando la massima collaborazione da parte dei docenti e da parte del rettore Giovanni Latorre che si è messo subito a disposizione degli inquirenti. Nel proseguo delle indagini – scrive ancora Gazzetta del Sud – sono stati tanti i professori che sono rimasti stupiti ritrovatisi stranamente “generosi” in voti e promozioni nei confronti di decine studenti che non avevano mai visto. Un errore? Un miracolo della divina Provvidenza? No, solo un grande imbroglio. Qualcuno, infatti, ha falsificato statini e registrazioni per consentire a laureandi non troppo vocati allo studio di ottenere significativi passi in avanti in direzione dell’agognato diploma di laurea. L’inganno è stato scoperto dai funzionari dell’Area didattica dell’ateneo che hanno redatto un dettagliato rapporto finito sulla scrivania del rettore. E il magnifico, dopo averlo letto, non ha esitato a chiedere subito un incontro con il procuratore della Repubblica, Dario Granieri e con l’aggiunto, Domenico Airoma, per illustrare l’imbarazzante questione. A palazzo di giustizia ha quindi formalizzato la denuncia, dando il via alle indagini.
L’inchiesta è stata affidata al pm Antonio Tridico che ha immediatamente disposto l’acquisizione della documentazione “sospetta” e avviato controlli anche sul sistema informatico dell’Unical. Le verifiche, compiute in pochi giorni, hanno rivelato un quadro purtroppo già visto in altre università. Nella facoltà di Lettere e Filosofia le “manine” di misteriosi “benefattori” favorivano gli studenti nel superamento fittizio degli esami. E non si capisce ancora se per puro altruismo o se in cambio di “regali”. Il rettore Latorre ha disposto una indagine interna, annunciando con un comunicato diffuso ieri, che “l’Università della Calabria è pronta a tutelare, nei modi previsti, i propri interessi e la propria immagine e promuoverà ogni azione utile a questo scopo puntando con decisione al perseguimento di ogni responsabilità”.