E’ slittata per la seconda volta l’esecuzione dell’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta relativa ad una presunta compravendita di voti che secondo l’ipotesi d’accusa si sarebbe verificata a Catanzaro, in occasione delle ultime elezioni comunali del 6 e 7 maggio. Nelle carte del pubblico ministero non era indicato uno dei difensori di fiducia di uno degli indagati, il consigliere comunale Francesco Leone – assistito anche da Antonio Lomonaco oltre che da Gianni Russano – e ciò ha reso necessario stralciare la posizione di quest’ultimo e rinviare i relativi atti alla Procura perché vengano rinnovati. Il giudice per le indagini preliminari, Maria Rosaria Di Girolamo, ha dunque rinviato per tutti al 7 dicembre, quando dovrebbe svolgersi l’udienza nell’ambito della quale verranno acquisite in contraddittorio, e dunque con valore di prova in un eventuale futuro processo, le testimonianze di alcune persone, che il sostituto procuratore Gerardo Dominijanni, titolare delle indagini, ha chiesto di sentire prima possibile per il rischio che le loro dichiarazioni possano essere “inquinate”.
Si tratta, in particolare, di tredici persone che, sentite in fase di indagini, avrebbero fatto riferimento al presunti pagamenti di denaro ed a promesse di posti di lavoro in cambio di voti avvenuti prima delle consultazioni elettorali, nonché di due indagati, e precisamente il 60enne Paolo Gravino e il 45enne Salvatore Tomaselli, i quali potranno avvalersi della facoltà di non rispondere proprio in virtù del loro coinvolgimento nell’inchiesta. Le altre quattro persone coinvolte nelle indagini svolte dalla Digos sono, oltre a Leone, 58 anni, eletto consigliere comunale di centrodestra, Ferdinando Tomaselli, 30 anni, Angelo Raffaele, 30 anni, e Fabio Trapasso, 42 anni (i difensori impegnati sono Antonio Lomonaco e Gianni Russano per Leone, Dario Gareri per Gravino, Gregorio Viscomi per Salvatore Tomaselli, Gioconda Soluri per Trapasso, Andrea Gareri per Tomaselli Ferdinando). A tutti e’ contestata la violazione in concorso di tre articoli della legge elettorale, che integrano quella che dai non addetti al lavori viene definita “corruzione elettorale”, nonché la falsificazione e alterazione delle schede. L’ipotesi alla base dell’inchiesta, nell’ambito della quale il Comune di Catanzaro figura come parte offesa, e’ proprio quella che Leone abbia ricevuto sostegno procurato illegalmente con l’acquisto dei voti o la manomissione di schede.