Recentemente, anche in seguito alla presentazione di un’interrogazione al sindaco da parte dei consiglieri Giglio e Capellupo, ci siamo interessati alla questione di Piazza Duomo (). Ci chiedevamo in particolare come fosse possibile che l’accesso ad una pubblica piazza, una delle più significative della città, venisse limitato da una dozzinale catena fissata con un lucchetto le cui chiavi non si sapeva nella disponibilità di chi si trovassero e a quale titolo. Oggi è arrivata una risposta ufficiale. Chiarissima nella forma, talmente chiara che la sostanza appare esattamente per ciò che è: un’anomalia, anzi, un bell’insieme di anomalie nostrane.
Nel documento in nostro possesso, si legge innanzitutto che una volta ultimati i lavori di riqualificazione di Corso Mazzini, “la Curia arcivescovile ha chiesto il ripristino di Piazza Duomo quale area pedonale, come accade per tutte piazze d’Italia dove sono ubicate le cattedrali“.
Prima anomalia: a suo tempo associazioni e singoli cittadini avevano già chiesto a gran voce che piazza Duomo non fosse deturpata in quel modo, ma evidentemente la Curia è stata tanto convincente da guadagnarsi una citazione in questa risposta.
Così si è proceduto a ripristinare l’area pedonale ma “al fine di aumentare il numero di parcheggi esterni rispetto al passato, è stata ristretta e gli stalli di sosta sono stati disegnati a spina, anziché parallelamente all’asse della carreggiata“.
Dunque problema risolto? Contenta la curia, contenti i fan del parcheggio e per una volta anche i cittadini provvisti di senso civico? Neanche per idea, e il perché è presto detto: “[…] solitamente vi erano diversi veicoli in sosta irregolare all’interno della piazza che impedivano le manovre di uscita delle altre auto regolarmente parcheggiate. Inoltre nonostante i paletti dissuasori, le auto sostavano anche a ridosso del sagrato della Cattedrale. In occasione di funerali e matrimoni, non vi era la possibilità di accesso per il veicolo del feretro e per l’auto degli sposi, anche il Vescovo in diverse occasioni ha rappresentato che si trovava costretto a fare lo slalom per accedere nel Duomo“.
Tralasciando lo slalom del prelato -dettaglio trascurabile in una nota ufficiale (e qui la seconda anomalia)- cosa si è pensato di fare davanti a una trasgressione così aggressiva e sistematica di cittadini oltre che incivili evidentemente anche fuorilegge?
“Oggi all’interno della piazza entrano soltanto due o tre auto in occasione di funerali o matrimoni e per evitare che ogni volta un Agente debba andare ad aprire e chiudere la catena di accesso è stata consegnata una chiave al parroco del Duomo“.
Terza e quarta anomalia in poco meno di tre righe. Le autorità ci spiegano che siccome “l’occasione fa l’uomo ladro”, invece di punire il ladro, semplicemente si elimina l’occasione. Perché invece non destinare uno o due ausiliari del traffico al controllo della zona? Perché non modificare il comportamento dei cittadini incivili attraverso lo strumento che alle autorità è concesso di diritto e cioè la sanzione? Seguendo questo precedente, chiunque abbia un problema di viabilità d’ora in poi potrà chiedere la consegna e la gestione della “catena comunale”? Dobbiamo aspettarci la chiusura del viadotto Bisantis e la consegna delle chiavi a qualche influente membro della società catanzarese infastidito dal traffico nelle ore di punta?
E ancora: perché affidare le chiavi al parroco? Perché questa cessione di sovranità a un soggetto che per quanto probo e saggio sia, non può avere alcuna autorità su una pubblica piazza?
Badate che non si tratta di una questione di poco conto, perché questa chiara ammissione di sconfitta è pericolosa innanzitutto per il messaggio che offre. Le autorità hanno il dovere di far rispettare le leggi, nessun cedimento in questa direzione è ammesso, e anche lo sforzo di un agente costretto ad “aprire e chiudere la catena di accesso” possiede un valore simbolico che nessuno deve trascurare.
In questa città abbiamo già sperimentato cosa significhi allentare la presa, cedere sul rispetto della legge. Oggi uno spazio importante a sud della città, una porzione di territorio che avrebbe potuto essere strategica ben più di Germaneto, è altro da Catanzaro. È un’enclave, proprio a causa del ritiro progressivo delle autorità ad ogni livello.
Vogliamo continuare su questa strada?
Il parroco si dimostri più lungimirante di chi ci amministra e riconsegni le sue chiavi oggi stesso: costringa le autorità a ristabilire il primato immaginato dal nostro ordinamento. Davanti ai comportamenti fuorilegge pretenda l’azione di un ausiliario, di un agente, del capo dei vigili, del sindaco se serve, di chiunque rappresenti il potere costituito.
Per una volta, spezzi la catena.
Fabrizio Scarfone
@fabriscar