“Dopo il definitivo esito del Consiglio di Stato sulle lottizzazioni di Giovino, appendice giudiziaria di una vicenda portata alla luce dal nostro movimento nel 2006, ora la parola deve necessariamente tornare alla politica, l’unica deputata a definire, organizzare e attuare lo sviluppo del territorio, da realizzare anche attraverso una sinergia virtuosa, e non faziosa, tra amministrazione pubblica (nella fattispecie il Comune), che ha l’obbligo di salvaguardare la vocazione del territorio, creandone le premesse, e tutti i soggetti interessati ad investire nel rispetto delle finalità poste in essere.
All’epoca in cui iniziammo la nostra azione, all’interno dell’Amministrazione comunale, l’ intento era di salvaguardare, nell’interesse primario della collettività, quell’area comunale compresa tra località Giovino e la foce dell’Alli, portatrice in sé di enormi potenzialità turistiche oltre che di considerevole pregio ambientale, ed evitare interventi edilizi che avrebbero compromesso le possibilità di rilancio turistico di Catanzaro.
Oggi, che la sentenza del Consiglio di Stato ha corroborato ulteriormente le nostre convinzioni, ci sentiamo di affermare che solo una politica lungimirante e attenta agli interessi dell’intera città, può adoperarsi per ridisegnare il volto urbanistico di quella porzione di territorio comunale che dovrà definitivamente consacrare Catanzaro come città turistica. E’ palese che ciò non potrà essere realizzato con interventi a macchia di leopardo o rabberciati; sarà necessaria, invece, una rigorosa visione d’insieme capace di disegnare – nella continuità urbana – un nuovo quartiere aperto e integrato nella città, architettonicamente gradevole e funzionale, ben organizzato attraverso tutti i servizi inclusi tra spiaggia, lungomare, pineta e zona alberghiera. Un centro turistico d’eccellenza che non funzioni solo d’estate ma anche nelle altre stagioni, attraverso percorsi enogastronomici, di intrattenimento, di accoglienza, di ricettività congressuale e, anche, di dotazioni strutturali attrattive quali, ad esempio, un museo del mare, un delfinario, un ostello della gioventù; in un siffatto macro-progetto urbanistico appare sempre più imprescindibile avviare a conclusione la realizzazione del piccolo Porto cittadino e, contestualmente, pensarne ad un altro con obiettivi ben più ambiziosi.
E’ giunto il momento – anche se noi lo diciamo da più tempo – che Catanzaro inizi a pensare in grande e che, nello specifico, “scopra” finalmente di essere anche una città di mare. Riteniamo giovevole, inoltre, rivolgersi ad un concorso internazionale di idee urbanistiche al fine di “allargare gli orizzonti” del nostro water front.
Ma, così come lo dicevamo sei anni fa, quando iniziammo la nostra battaglia su Giovino, oggi ribadiamo l’urgenza di richiamare la politica – e in questo caso l’Amministrazione Abramo – al suo dovere, ponendo una domanda: esiste la volontà di riconoscere, non a parole, la vocazione turistica di Catanzaro?”
Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”