Continua il ritiro nella sede di Moccone.
Il lavoro prosegue come da programma, domani sarà il giorno della prima sgambatura, l’avversario dovrebbe essere il Longobucco che milita nella seconda categoria calabrese.
Per quanto riguarda il mercato, in giro circolano i soliti nomi, vale a dire Montella, Di Cosmo e l’ex Bueno, la pista che portava a Corona che non è stato mai contattato, appare al momento improbabile, ma mai dire mai.
In ogni caso bisognerà attendere ancora qualche giorno, innanzi tutto bisognerà prima sfoltire l’organico ma è possibile che la società aspetti anche la definizione dei ripescaggi poichè su Marchano potrebbe esserci un interesse dell’Andria.
Come annunciato ieri al Club Massimo Palanca si è svolto l’incontro con il sinistro di Dio, come lo definì il mitico Sandro Ciotti.
Palanca ha stretto mani e ha firmato autografi a tutti, è stato come sempre disponibilissimo e quando gli abbiamo chiesto ciò che si dice in giro del Catanzaro, con un velo di tristezza ci ha risposto che non se ne parla nè bene e ne male e questo lo preoccupa ma che gli chiedono dei cugini cosentini e che è costretto ad alzare le spalle in quanto non è in grado di dare risposte.
La risposta che i presenti gli hanno consigliato di dare è stata “tu ricordaci l’1 – 3 Palanca, Palanca e saluti”.
C’era tanta gente stasera al Club, soci, gente di passaggio, turisti e curiosi, tutti hanno voluto un autografo e una foto (c’è chi addirittura gli ha fotografato il piede sinistro) con chi ha fatto sognare Catanzaro e la Calabria intera.
E’ venuta gente anziana, di mezza età, giovani e bambini, non voglio essere patetico ma credetemi mi sono commosso quando è entrato un signore anziano che non avevo mai visto con dietro i due nipotini.
Non appena è entrato dalla porta e ha visto Massimo, con la sua macchina fotografica ha scattato un paio di foto, poi con le lacrime agli occhi è corso ad abbracciarlo e i piccoli nipotini lo hanno voluto baciare. Saranno stati si e no due minuti, ma credetemi a molti è scappata qualche lacrimuccia e non ce ne vergognamo.
Le sue parole sono state:
“Massimè e chiddi tempi… e quandu tornano”.
SF