Il clima di fair play tra i tre candidati a sindaco (assenti Elio Mauro e Antonio Carpino, i quali dovrebbero essere già ufficialmente in corsa), che ieri sera si sono confrontati al Caffè Letterario, è stato per così dire turbato dalle risposte dell’aspirante primo cittadino del centrosinistra Salvatore Scalzo alla domanda sul possibile “inquinamento” del voto. Anche e soprattutto da parte di ambienti e gruppi malavitosi. La questione è stata sollevata nei giorni scorsi dal prefetto Antonio Reppucci, che aveva parlato di condizionamenti e ombre di poteri occulti, minacce di fronte alle quali «è opportuno mantenere alta la guardia».
Scalzo, dal canto suo, ha esordito facendo riferimento a presunti casi di coercizione della volontà popolare: «Si verificano fatti strani, di fronte ai quali nessuno è ancora intervenuto. Ma sappiamo che gli organi preposti sono all’opera. Molti ex consiglieri del centrodestra sono oggetto di intimidazioni per accordi da rispettare o, di contro, fanno indebite pressioni su altri soggetti. Mi riferisco a uno in particolare, parecchio noto, che si è permesso di coartare un dipendente dell’Ambiente & Servizi». Affermazioni che hanno fatto letteralmente sbottare Abramo: «Se fosse vero sarebbe gravissimo e sarei io stesso a intervenire. Ma in questo caso devi prima rivolgerti all’autorità giudiziaria e non lanciare generiche accuse. Proprio tu che hai appena tenuto una riunione con il personale dell’Ambiente & Servizi, promettendo avanzamenti di livello e vari favori». Frasi che hanno notevolmente “aumentato la temperatura” del dibattito, spingendo Scalzo ad aggiungere: «Al di là della specifica questione, su cui faremo i passi previsti dalla legge, dobbiamo far sì che il voto non sia più tracciabile. Bisogna allargare i seggi in maniera che a votare in una stessa sede siano almeno 3mila persone, altrimenti le preferenze diventano identificabili e in tal modo si viola uno dei principi più elementari della democrazia».
Abramo, tornando sull’argomento, ha affermato: «Catanzaro ha tantissimi problemi, non certo però quello della mafia. Mi spiego meglio. Non possiamo dirci al riparo da rischi di infiltrazioni, pure concreti, da parte della delinquenza ma strumentalizzare un tema delicato come la criminalità, organizzata o comune, nella campagna elettorale è un comportamento da stigmatizzare». Quasi spettatore, probabilmente perché neofita della corsa per il vertice di Palazzo De Nobili e comunque non tirato in ballo, il candidato del terzo polo Celi, che ha innanzitutto invitato i colleghi a stemperare i toni: «Credo non ci siano i presupposti per uscire dai binari della correttezza iniziale. Per il resto, noi dovremo impegnarci affinché non si impedisca la libera espressione del consenso».
A prescindere dalla polemica sul voto condizionato, i candidati a turno hanno evaso le curiosità dei cronisti presenti. Sulle dimissioni dell’on. Michele Traversa unanime la mancata condivisone del gesto, ma differenti le valutazioni. Sostanziale accordo anche sulla necessità di aprire Parco Romani. Molto diversi, invece, e non potrebbe essere altrimenti, i giudizi sulla piega che hanno preso gli eventi da cui è derivata la “chiusura” dell’intera area. Secondo Abramo: «Era un bel progetto, inserito nel piano di recupero urbano, che necessitava solo del potenziamento dei collegamenti col centro». Sulla stessa linea Celi: «Se ci sono illeciti vanno portati alla luce, l’importante però è non perdere quest’opportunità». D’accordo pure Scalzo: «Quanti hanno investito onestamente nel parco commerciale, non possono essere abbandonati al proprio destino».
Tra i temi di maggior rilievo, le priorità del futuro sindaco. Per Scalzo: «Partendo dal risanamento del bilancio, bisogna pensare a un piano per la mobilità. Un esempio potrebbe essere, al fine di decongestionare il traffico nel nucleo storico, la realizzazione di una stazione di sosta riservata agli autobus nella zona del Musofalo. Altro punto cardine il territorio, ma anche le politiche sociali e il rilancio del turismo». A seguire Abramo: «La raccolta porta a porta con un servizio integrato da affidare all’Aimeri è una delle basi. Anche se l’urgenza è rappresentata dalla ricapitalizzazione del rendiconto comunale. Poi sarà fondamentale rivisitare le partecipate e costruire un impianto a biomasse». In conclusione Celi: «C’è un evidente disagio per la preoccupante situazione economica venutasi a determinare. Ecco perché mi occuperei di ciò nei primi mesi, per poi concentrarmi su occupazione, sviluppo, viabilità e miglioramento della macchina amministrativa».