Il 22 ottobre scorso si è tenuta una conferenza dei servizi indetta dalla Corte di Appello di Catanzaro con oggetto la realizzazione infrastrutturale della sala server (data center distrettuale) necessaria sia per il processo telematico civile che per il sistema informatico della cognizione penale. Ma, per quello che ci riguarda, noi vediamo nel data center distrettuale l’embrione e il presupposto per ubicare la Direzione Regionale dell’Amministrazione Giudiziaria (DRAG): in questa ottica riteniamo assai importante che la nostra città mostri ogni disponibilità e sollecitudine per essere pronta nel momento in cui il Ministero della Giustizia riterrà di rendere esecutivo il decreto 240/06 con cui, per l’appunto, si istituiscono le sopraccitate Direzioni Regionali aventi competenza su personale, formazione, risorse strumentali e patrimoniali, informatica.
Ecco perché il nostro sindaco, Rosario Olivo, a margine della conferenza dei servizi di mercoledì scorso, ha voluto ribadire ufficialmente al Presidente della Corte d’Appello, dottor Pietro Antonio Sirena, la volontà del Comune a identificare alcuni locali disponibili che dovessero rendersi necessari al Ministero qualora la localizzazione della nuova struttura non sia stata ancora definita. Si tratta di un atto perentorio che non solo va nella direzione di sottolineare la disponibilità dell’amministrazione comunale rispetto ad una proficua collaborazione fra enti, ma che evita altresì di prestare il fianco ai soliti nemici del capoluogo di regione già pronti a costruire alibi – magari con la più banale delle scuse – per dirottare altrove ciò che altrove non deve essere dirottato.
Si ricorderà che in seguito all’allarme lanciato più di un anno fa dall’avvocato Giuseppe Iannello, presidente dell’Unione degli Ordini Forensi della Calabria, “CatanzaroNelCuore” recepì il pericolo e tenne alta la vigilanza sull’intera vicenda evidenziando, internamente al CISIA, strane manovre sotterranee aventi lo scopo di delegittimare gradualmente la nostra città attraverso la costosa ed inutile delocalizzazione di personale, uomini e mezzi verso altre sedi, specialmente sullo Stretto. Tutto ciò con lo scopo, malcelato, di rendere Reggio Calabria più idonea sotto ogni profilo e rappresentarla adeguata nel momento in cui il Ministero di Giustizia avesse deciso di istituire la DRAG nella nostra regione. All’epoca il nostro movimento chiese lumi al dottor Filippo Caracciolo, dirigente CISIA regionale, senza mai ottenere riscontro alle tante sollecitazioni inviate. Si aggiunga che, con la solita anomalia e disordine istituzionale che contraddistinguono la Calabria, nonostante il decreto 240/06 parlasse chiaro e individuasse nei capoluoghi di regione le sedi delle DRAG, il dottor Nicola Cerrato (capo dipartimento del Ministero della Giustizia) avesse proposto Reggio, e avesse incontrato pure l’apprezzamento dell’allora ministro Mastella. Il quale, alla luce del precedente vergognoso scippo della Scuola di Magistratura da lui stesso attuato, ha avuto un raro sussulto di buon senso che l’ha indotto (4 dicembre 2007) a diramare una nota stampa per confermare Catanzaro quale sede naturale della DRAG calabrese.
Dunque rivolgiamo un plauso al sindaco Olivo per la sollecitudine con cui ha rivolto ampia disponibilità alla Corte d’Appello di Catanzaro e quindi al Ministero della Giustizia. E cogliamo l’occasione per sottolineare un passaggio importante: la vicenda DRAG, così come accaduto recentemente per la Scuola di Magistratura o per la Direzione delle Dogane, ci dimostra che non è la città a farsi trovare impreparata, bensì la classe politica parlamentare catanzarese che evidentemente non ha il peso o la volontà di difendere ad alta voce il capoluogo di regione dalle soverchie pretese e dai continui attacchi che gli vengono sferrati dall’omologa classe politica di altri territori, in grado persino di far legiferare o influenzare sentenze ai danni di Catanzaro. Su questo bisogna riflettere.
Fabio Lagonia – Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”