Saranno tre i medici presenti quando sul corpo di Maria Pia Guariglia verranno effettuati quegli esami delicatissimi che chiariranno la causa della morte dell’ex insegnante settantenne. Che decreteranno se Lino Renzi, suo figlio, è un omicida o “solo” un uomo molto malato che ha deturpato un corpo già freddo. Per i motivi che, putroppo, nessun professore universitario, nessun specialista potrà mai sapere fino in fondo. l pm della Procura di Salerno, Maria Carmela Polito, che indaga sulla morte della donna fatta a pezzi dal figlio 45enne nella propria abitazione in via Martuscielli, a Torrione Alto, ha, infatti, conferito ieri mattina l’incarico per l’autopsia al professor Pietrantonio Ricci, direttore dell’Unità operativa di Medicina legale dell’azienda “Mater Domini” di Catanzaro e al medico legale Luigi Mastrangelo. Ma Paolo Corsaro, l’avvocato che difende il 45enne accusato di omicidio e deturpazione di cadavere, ha chiesto la presenza anche di un medico di parte, e la scelta è ricaduta su Giovanni Zotti, noto professionista salernitano, che pare abbia accettato l’incarico. Dopo un primo, e sommario, esame esterno, che è stato effettuato nell’obitorio del “Ruggi” ieri, la salma verrà trasferita a Catanzaro per l’autopsia che, molto probabilmente, verrà eseguita giovedì. Sarà effettutato sul corpo della donna una tac tridimensionale nella speranza che si possano ricostuire gli ultimi istanti della sua vita. Intanto, Lino Renzi resta rinchiuso nel reparto detenuti dell’ospedale di via San Leonardo, controllato a vista dagli agenti penitenziari. Il suo avvocato, già da giorni, sta cercando un perito psichiatrico che, pro bono, possa dare una sua valutazione sul complicato caso in esame. Sul quale sta già lavorando il perito nominato dal pm, il professor Antonello Crisci, docente di Medicina legale della Seconda Università di Napoli. Finquando quest’ultimo non depositerà la sua perizia finale – il professore si è dato sessanta giorni di tempo per studiare il caso – Renzi rimarrà ristetto al “Ruggi”, poi, una volta acclarato che l’uomo non è capace di intendere e di volere, è probabile che verrà internato in qualche struttura specializzata.
Ricordiamo che l’uomo, nel primo interrogatorio cui è stato sottoposto venerdì scorso, ha raccontato – benchè visibilmente infastidito dalle domande che gli ha posto il gip Elisabetta Boccassini – di non essere il responsabile della morte di sua mamma: «Non sono stato io – ha più volte detto al giudice – Non c’ero quando mia madre è morta. Sono tornato a casa e l’ho trovata con una gamba mozzata. A ucciderla è stato un porco». Queste le parole usate dal 45enne che è apparso esageratamente confuso, alternando momenti di lucidità – come quando ha pianto realizzando che sua madre non c’era più – a lunghi periodi di evidente follia tirando in ballo origini nobiliari e presenze ultraterrene nella sua casa.
Sta di fatto che Renzi, se pur non ha ucciso sua madre, ne ha straziato il corpo. La scena che i vigili del fuoco e i primi soccorritori si trovarono davanti quel lunedì sera entrando nell’appartamento al secondo piano della palazzina al civico 36 di via Martuscielli è ancora scolpita nella mente di molti di loro: «Sembrava la scena di un film dell’orrore», hanno raccontato poi.
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