Sono passati più di 22 anni dalla sua scomparsa in un triste venerdì di maggio. Don Nicola Ceravolo era stato richiamato un paio di stagioni di prima da Albano che lo aveva voluto al suo fianco come presidente onorario. In quei giorni l’ultimo grande Catanzaro, quello di Guerini, stava tentando la scalata alla serie A, stretto tra tante corazzate. E Don Nicola era sempre accanto al suo figlio prediletto, quella squadra che aveva amato, forgiato, cresciuto fino a portarla nel gotha del calcio italiano.
Due giorni dopo la sua morte il Catanzaro giocò a Barletta una partita fondamentale per continuare a inseguire il sogno-promozione. I ragazzi di Guerini resero omaggio alla salma sabato mattina prima della partenza. Poi, nel pomeriggio, tutta la città si strinse attorno al suo presidente per i funerali. E il giorno dopo, a Barletta, un minuto di raccoglimento intenso per ricordare Don Nicola. Nemmeno il tempo di asciugare le lacrime e Antonio Soda, professione centravanti, portò in vantaggio i giallorossi. Che vinsero la partita per 2-1 grazie a un gol di Cascione.
Per un’incredibile coincidenza, a tre giorni dal 22° anniversario della sua morte, domenica il Catanzaro tornerà a Barletta per un’altra partita fondamentale sulla strada della promozione. Oggi pomeriggio i tifosi giallorossi hanno portato i fiori a Don Nicola, nello stadio che mantiene il suo nome. Dal giorno della sua scomparsa, una maledizione sembra essersi abbattuta sul Catanzaro. La serie A fallita per un punto, la doppia retrocessione e i mille campionati di C2, i play-off persi e quelli svenduti, due campionati di B vergognosi e un fallimento e mezzo. Vent’anni di anonimato e di società fluttuanti tra la mediocrità e l’incapacità, tra l’inettitudine e la malafede.
Ora è il momento di dare una svolta alla storia del Catanzaro. Oggi, a due giorni dalla sfida di Barletta, bisogna riprendere quella strada abbandonata due giorni prima di Barletta-Catanzaro del 1988. I quattro più grandi imprenditori della città (Colosimo, Gatto, Noto e Speziali in rigoroso ordine alfabetico) sono impegnati a trovare una soluzione alla crisi ultraventennale del Catanzaro Calcio. Nelle loro mani il popolo giallorosso ha riposto l’ultimo sogno di riavere quella squadra che era simbolo di speranza e di riscatto sociale per tutti i catanzaresi e per gli emigrati. Oggi, in questa Calabria periferia d’Europa, i “quattro moschettieri” hanno la possibilità di ritagliarsi un posto nella storia della città. Accanto a Don Nicola che, ne siamo sicuri, ha acceso un’altra sigaretta e ha inforcato di nuovo i suoi occhialoni per vedere come va a finire.
Ivan Pugliese