Torna la grande prosa al Politeama con la doppia rappresentazione (domani 21 e dopodomani 22 dicembre) di “Non si sa come”, testo di Nicola Fano e Sebastiano Lomonaco tratto da Pirandello.
È un attore pirandelliano, Sebastiano Lo Monaco: lo ha dimostrato, anche al Politeama con il Berretto a sonagli. Ha studiato e sviscerato l’autore siciliano, rappresentandolo di frequente, trovando una propria vicinanza con il suo travaglio, con quel suo mondo irto di ossimori e contraddizioni. Di più: Lo Monaco è anche un artista che ama mettersi in gioco coraggiosamente. E in questo Non si sa come lo fa con molta evidenza. Innanzitutto si impegna a tutto tondo, come protagonista, certo, ma anche nel ruolo di regista e di coautore assieme a Nicola Fano. Coautore, perché quella a cui assisteremo è in realtà una rilettura-omaggio della penultima opera di Pirandello.
Il plot originale vi è chiaramente evocato, ma il contesto in cui è inserito appare nuovo: ci si rifà infatti alla comicità popolare dell’epoca dei telefoni bianchi, alla quotidianità di lustrini e canzoni di una compagnia di Rivista scritturata per una crociera.
Su una nave da crociera degli anni Trenta c’è una compagnia di comici di Rivista che ogni pomeriggio prova numeri nuovi da proporre la sera ai croceristi. Due coppie e un tecnico-amministratore formano il gruppo guidato da un uomo che gli altri chiamano il Conte: forse ha un passato aristocratico (i suoi modi lo farebbero supporre) ma se lo ha, è certamente un passato decaduto (la sua tendenza a filosofeggiare lo dimostra). Noi incontriamo i comici mentre provano i loro numeri, ma presto veniamo a scoprire di più della loro vita. In realtà, le due coppie sono legate anche da un incastro di segreti: in passato i ruoli si sono incrociati e ognuno dei due uomini ha consumato una passione con la moglie dell’altro. Forse si amano ancora così, intersecando la loro realtà con le loro aspirazioni e i loro destini. Forse no. Di certo il Conte si diverte a chiosare realtà, aspirazioni e destini. Il tutto tra una prova e l’altra, tra una canzone e l’altra, tra un pezzo musicale e l’altro, nel vitale ripetersi della loro vanità comica. Fino al colpo di scena finale, quando i tradimenti intrecciati saranno rivelati e la realtà apparirà troppo pesante per essere trasformata in
fantasia filosofica, com’è abitudine del Conte.
Questa è la storia del nostro spettacolo, che non è una parodia di Pirandello (anche se i comici di Rivista, le canzonette popolari e gli sketch sono quanto di meno gli è familiare); al contrario è un omaggio estremo a Pirandello, perché infila una sua trama (quella di Non si sa come, appunto) in un contesto sociale che gli è lontanissimo, quello della comicità popolare. Con l’obiettivo di dimostrare che le tematiche pirandelliane resistono anche oltre i propri confini drammaturgici, storici e
sociali.
A dar corpo a questo omaggio-miracolo, nessun attore poteva essere più adatto di Sebastiano Lo Monaco che all’adeguamento all’oggi di Pirandello ha dedicato tanti dei suoi spettacoli di grande successo.
Stavolta, Sebastiano Lo Monaco si mette alla prova in un altro modo: cantando, ballando, recitando il repertorio dei comici, pur nel pieno e sostanziale rispetto dello spirito, anzi della filosofia di Pirandello. E, a dar corpo a questo omaggio-miracolo, nessun autore poteva essere più adatto di Nicola Fano che alla comicità popolare italiana ha dedicato alcuni dei suoi saggi critici più
importanti nonché alcuni dei suoi copioni più divertenti e apprezzati. Proprio per ciò, Non si sa come sarà un incontro fecondo fra due tradizioni e due sensibilità diverse che, nel gusto di quest’esperimento, troveranno una modernissima mediazione scenica.