Il markoritocco – “Dolcissimo..”
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C’è Antonio che mi mostra orgoglioso le foto dei suoi figli sullo smartphone. C’è Pino che regala sorrisi e cioccolata. C’è Vincenzo che ricorda le vecchie trasferte. C’è Francesco che, stavolta, chissenefrega del derby di Roma: giocano i giallorossi, quelli veri. C’è Guglielmo sopravvissuto al freddo di una nottata in treno. Ci sono gli universitari di Perugia e quelli che ormai sono perugini d’adozione come Massimo che ha fatto il padrone di casa nel weekend. Del resto Beppe Luglio lo aveva scritto: era la “”. La trasferta più attesa, la più raggiungibile anche per tutti gli emigrati sparsi al nord. L’unica in grado di farti rispolverare i vecchi ricordi da tifoso di un altro calcio. E allora rivedi tanti amici che non incontri da tempo. Hanno ritrovato la voglia di lasciare a casa le famiglie, di tornare a macinare chilometri per una partita di quarta serie. Hanno ritrovato l’orgoglio di sostenere a squarciagola la squadra della loro città, grazie a un reggino-Cosentino e a un cosentino-reggino. Miracoli calabresi che solo il Catanzaro riesce a compiere.
Ci sono anche gli ultras ma restano fuori sotto gli occhi delle forze d’ordine a rinsaldare il rapporto d’amicizia con i fiorentini. Non hanno la tessera del tifoso ma conservano ancora la voglia di seguire e soffrire per i giallorossi in trasferta. Anche da fuori. In curva si canta, senza di loro. In maniera confusa ma genuina, passionale. Non ci sono gli striscioni ma qualche sciarpa e bandiera. I 200 giallorossi, divisi dalla tessera tra tribuna e settore ospiti, sorridono, imprecano, urlano. La squadra risponde con personalità, senza subire l’impatto di uno stadio vero. Il calcio di Cozza funziona anche se c’è ancora tanto da migliorare, nel gioco e nell’organico. Sulla nostra fascia destra c’è un’autostrada per gli umbri, ma Bueno si ricorda della maglia giallorossa e decide che non è il caso di far male ai vecchi amici che lo hanno proiettato nel calcio che conta. Un fallo di mano in area perugina, grande come una casa, fa bestemmiare i tifosi fino all’intervallo.
Un intervallo durante il quale si parla solo di calcio, finalmente. Di come si può uscire indenni dal “Curi”, di quali cambi servano, del talismano Bugatti, della spavalderia di Cozza. C’è la sensazione che qualcosa sia cambiata. Per davvero. E allora sotto col secondo tempo. Mengoni è accolto come un salvatore quando si posiziona sotto la curva giallorossa. Le sue parate nei primi 45 minuti ci hanno tenuto a galla. Si ricomincia a soffrire perché ora il Perugia spinge e il Catanzaro abbassa il baricentro. Si gioca sempre sotto il settore ospiti, ma a parte un’altra deviazione mancata sottomisura da Bueno, i pericoli scemano. E allora i giallorossi si riaffacciano di là, Maisto riprende le redini e Carboni si divora la prima vera palla-gol della partita. La beffa non viene servita e allora avanza il timore di subirla. Ma i ragazzi di Cozza ci sono, sicuri, tranquilli. Il Perugia si spegne a poco a poco. Tozzi Borsoi sembra un gigante d’argilla nelle grinfie di quell’Accursi ora dominatore della sua area.
Si entra nel rush finale e finalmente il dio del calcio si ricorda del Catanzaro e della sua gente. Il pennello di Squillace è pronto, Accursi ci mette la testa e fa esplodere i 200 catanzaresi, come non ricordavano da tempo immemore. La paura della solita triste storia scompare e la gioia repressa per mesi e mesi viene fuori. Ma non è finita. Clemente ha una punizione quasi dal limite, la sua mattonella. Unghie in bocca e mani in tasca. La palla scavalca docile la barriera e sembra finire in quell’angolino irragiungibile. Ecco qui, la solita illusione durata un attimo. Ma l’Uomo Ragno prende anche questa e il popolo giallorosso ricomincia a far festa. Poi di là Gigliotti inventa il gol della domenica sotto l’incrocio e si scatena in una corsa senza senso. Non è l’unico. Nello spicchio giallorosso del “Curi” succede di tutto come testimonia questo video girato da un tifoso.
Dopo 10 minuti di giubilo, restano solo voci rauche. I sorrisi si sono allargati, il fiato è finito e i saluti sono veloci perché è tempo di ripartire, dandosi appuntamento alla prossima trasferta. Il rientro sarà una lenta processione pagana perché Perugia è ingolfata dai visitatori di Eurochocolate. Ma il sapore dei tre punti rende tutto sopportabile. Dolce, dolcissima Perugia…
Ivan Pugliese