La Federazione italiana gioco calcio vuole essere dichiarata parte lesa nel procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro sfociato nell’operazione “Dirty soccer”, che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di 50 persone, mentre altre 26 sono indagate a piede libero.
Nell’inchiesta sono contestati reati che vanno dall’associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso a una lunga serie di ipotesi di frode sportiva, per la presunta alterazione fraudolenta degli esiti di partite di Serie D e Lega Pro al fine di ottimizzare i proventi del calcioscommesse.
E proprio quando l’inchiesta ha guadagnato la ribalta delle cronache con il blitz eseguito in diverse città d’Italia il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, aveva commentato asserendo: “Ci consideriamo parte lesa perchè continuiamo a subire indirettamente tutte quelle che sono le fibrillazioni del Paese. Siamo un soggetto che vuole difendere il sistema dalla criminalità – aveva aggiunto Tavecchio -, ma i mezzi che abbiamo non sono all’altezza”.
Affermazioni cui adesso la Figc ha dato seguito, tanto che oggi in Procura a Catanzaro è stata depositata la documentazione per chiedere che la Federazione venga ufficialmente riconosciuta come parte lesa, cosa che gli consentirà di costituirsi parte civile a un eventuale futuro processo.