Dirty Soccer: il coinvolgimento di Ortoli e Giampà

L’ennesimo scandalo del calcio italiano coinvolge, anche se di striscio e per una sola partita, il Catanzaro. Prematuro parlare di ripercussioni sul piano sportivo, ma per l’immagine del club si tratta di una batosta, ammorbidita dal ruolo del presidente Cosentino che, ad una prima lettura delle carte, sarebbe colui il quale avrebbe impedito la realizzazione di una vera e propria combine in occasione della partita contro il Barletta di un mese e mezzo fa.

Tutto inizia nella notte quando scatta in tutta Italia l’operazione denominata “Dirty Soccer”. 50 arresti e 77 indagati. Da Nord a Sud il coinvolgimento delle squadre di Lega Pro e Serie D appare capillare. L’operazione è molto più vasta di un classico caso di “Calcioscommesse” perché nasce da una costola dell’ che nei giorni scorsi ha scosso Lamezia Terme e ha riguardato la cosca Iannazzo.

Gli arresti di oggi, secondo il Questore di Catanzaro Racca, dimostrano “una stabile e ramificata organizzazione criminale finalizzata ad alterare le partite per conseguire numerosi e ingenti guadagni legati al calcioscommesse“. Trafficanti, delinquenti e altri personaggi legati alla criminalità organizzata di varia nazionalità, coinvolti nell’indagine per scommesse non solo sul calcio ma anche su altri sport e in altri paesi.

In Calabria a pagare il conto più salato è senza dubbio la Vigor Lamezia: in manette il ds Fabrizio Maglia e il responsabile marketing Felice Bellini. Il coinvolgimento del Catanzaro appare inizialmente marginale. Sotto la lente d’ingrandimento la gara in trasferta giocata lo scorso 1 aprile a Barletta, una partita tra due squadre gemellate che nulla avevano più da chiedere al campionato. La conferenza stampa che si svolge alle 11 presso la Questura di Catanzaro serve a chiarire i contorni della vicenda. Si parla del coinvolgimento di un dirigente e un calciatore del club giallorosso ma i nomi del DS Armando Ortoli e del capitano Mimmo Giampà escono fuori solo con la pubblicazione di alcune delle innumerevoli intercettazioni telefoniche allegate al fascicolo di oltre 1250 pagine della DDA, in particolare per i capi d’imputazione (LEGGI) che riguardano l’allenatore del Barletta Ninni Corda (uno dei candidati alla panchina giallorossa nel dopo-Moriero), il DS dell’Aquila Ercole Di Nicola e il DS della Vigor Maglia.

Una delle registrazioni riguarda il direttore sportivo del Catanzaro e quello dell’Aquila, Di Nicola. I due parlano apertamente, anche se nella gergalità classica delle intercettazioni, di un accordo per alterare il risultato della partita tra Barletta e Catanzaro in favore dei pugliesi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in sostanza, l’allenatore del Barletta Ninni Corda avrebbe offerto soldi a Ortoli tramite Di Nicola, così come avrebbe fatto il DS del Barletta, Luigi Condò, tramite il DS del Lamezia Maglia, nei confronti di Mimmo Giampà. Ma il capitano giallorosso, riferendo la vicenda a Cosentino, avrebbe fatto saltare tutta la combine perché il patron del Catanzaro si sarebbe letteralmente infuriato davanti a un’ipotesi di combine.

Fin qui la ricostruzione le ipotesi degli inquirenti che hanno portato agli arresti di stamani. Ortoli e Giampà sono semplicemente indagati. E il presidente Cosentino oggi ha riferito di non essere mai venuto a conoscenza di questa presunta combine, a differenza delle ipotesi della procura. Altrimenti avrebbe reagito e denunciato. Vedremo gli sviluppi nei prossimi giorni di questa vicenda, da cui per ora esce sconfitto, per l’ennesima volta, il mondo del pallone.

Red