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Dietro la rete, davanti alla storia: Reby è il Catanzaro

Scritto da Redazione

Da Carrara parte un grido silenzioso, ma potentissimo: il Catanzaro vive nei sogni dei suoi figli sparsi ovunque nel mondo.

Carrara è lontana dal calore del Sud, ma ieri è stata teatro di una scena che racconta molto più di una semplice passione calcistica. Una bambina, di nome Rebecca, figlia di “emigrati” calabresi, è lì, attaccata alla rete dello stadio, con la sua maglia numero 11 del Catanzaro sulle spalle. Davanti a lei una bandiera GialloRossa, che parla di radici, orgoglio e appartenenza.

Nata e cresciuta lontano dalla sua terra d’origine, Reby incarna il legame indissolubile tra un Popolo e la sua squadra. In quella maglia, che è stata di Massimo Palanca, in quel gesto spontaneo e genuino di aggrapparsi alla rete per guardare il campo, c’è la storia di tante famiglie calabresi che, pur vivendo lontano, non hanno mai smesso di amare il Catanzaro.

Questa foto non è solo tenera: è potente. Parla di identità che non si spegne con la distanza, di un amore tramandato tra generazioni, di una cultura sportiva che diventa famiglia. Reby è il futuro del tifo giallorosso, un futuro che nasce anche lontano da casa, ma che trova sempre il modo di tornare “allo stadio”, dove batte il cuore del Popolo giallorosso.

A Carrara come al “Ceravolo”, ogni partita è un’occasione per sentirsi a casa. E Reby, con il suo sguardo verso il campo e la bandiera davanti è la dimostrazione che il Catanzaro è molto più di una squadra: è una radice profonda che non smette mai di crescere.

Harp

Foto di A.C.

Reby è la più piccola socia del Catanzaro Club Massimo Palanca di Bologna

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