Ponte Bisantis

Destinazione futuro

Scritto da Redazione
Archiviare Frosinone e concentrarsi sul Perugia riempiendo il Ceravolo è l’imperativo di oggi. Confidare nel progetto di Cosentino e aiutarlo a realizzarlo, quello di domani

Ammettiamolo. La sconfitta di Frosinone non ce l’aspettavamo. Per come è venuta, per il punteggio che ci ricorda altre sconfitte ben più dolorose e, soprattutto, perché eravamo nel periodo migliore della stagione. La serie di vittorie in casa, i pari fuori (ottimo quello di Nocera per un’infinità di ragioni), un attacco puntuale e una difesa che sembrava finalmente registrata.

Invece si è rivisto il Catanzaro di qualche mese fa, con l’espulsione, la difesa colabrodo e, in particolare, quella resa incondizionata alla prima seria difficoltà. Sono sconfitte che possono far male, tanto più perché arrivate nella fase cruciale della stagione quando occorre mantenere concentrazione, nervi saldi e autostima.

Per questo motivo la partita del Matusa deve essere archiviata e catalogata come incidente di percorso. Non voglio ritornare al quattro a zero del Flaminio anche perché negli ultimi giorni se ne sta occupando la giustizia sportiva come a tutti noi che c’eravamo sembra essere  naturale. Voglio frugare nei miei solidissimi ricordi giallorossi e volare a ritroso fino alla stagione 1987-1988, quella con Guerini in panchina, una delle migliori della nostra storia. In quel campionato incappammo in un quattro a zero in casa dell‘Atalanta, reso ancora più amaro dalla presenza della squadra al gran completo la sera stessa negli studi della Domenica Sportiva di Sandro Ciotti. Tutti con una divisa sociale, giacca a quadri bianchi e neri, pantaloni neri, che oggi griderebbe vendetta. Anche allora fu un fulmine a ciel sereno ma poi ci siamo ripresi e non siamo saliti in A solo perché quella promozione ci fu scippata. I ricordi di quell’annata rimangono però indelebili.

Tornando all’oggi voglio attingere, come ho fatto in passato, ad una buona dose di scaramanzia. Domenica arriva il Perugia e gli umbri, dalla stagione scorsa, continuano a portarci bene. Feci alcuni dei miei interventi su questo sito proprio in prossimità di questa sfida che sento in modo particolare e le cose sono sempre andate bene. Due vittorie l’anno scorso entrambe di importanza fondamentale; un’altra nella gara d’andata che ci rimise in carreggiata dopo la batosta interna col Frosinone (rieccolo….). Cabala a parte l’avversario non è uno dei migliori che ci potesse capitare in questo momento visto che i biancorossi sono in serie positiva e puntano come minimo ai play off. Però, vista con ottimismo, potrebbe essere la partita della nuova inversione di tendenza, la quarta vittoria consecutiva contro il Perugia, l’autostima che ritorna, la sconfitta di Frosinone definitivamente archiviata come incidente di percorso.

È chiaro che la positività non arriva da sola. Dobbiamo andare a cercarcela e in questo momento bisogna che tutti stiano dalla stessa parte. Riempire quel che resta del Ceravolo è necessario stavolta più che mai. Per premiare gli sforzi della società, per riprendere quel discorso di vittorie consecutive in casa, per allontanarci dalla zona calda. La critica è lecita e tutti ne hanno diritto a meno che non ci siamo altri fini ma, durante la partita, esistono solo il giallo ed il rosso. Ci sono quelli che non amano l’allenatore o provano antipatia verso il portiere o temono che il regista gli possa soffiare la fidanzata…..ma in campo c’e’ il Catanzaro, la nostra squadra.

Ribadisco che lasciare Cozza in panchina è stata una scelta saggia della società. C’è un progetto, parola che a Catanzaro, in ogni campo, stentiamo a pronunciare. Il progetto prevede Cozza come elemento cardine. Il direttore sportivo ora c’è e sta facendo il suo dovere. E’ arrivato a stagione in corso, ha portato giocatori a gennaio che, dopo le normali incertezze iniziali, sono diventati titolari e hanno cambiato il volto della squadra.

C’è stata l’abilità di riconsegnare un talento cristallino al calcio nazionale come Russotto. E allora non c’e’ motivo di criticare a prescindere soprattutto in questo momento. Meglio fra qualche settimana, con la primavera finalmente arrivata e con la squadra salva e tranquilla. Ci sarà chi dirà che si sarebbe potuto fare di più. Ci sarà chi risponderà che si farà di più, nella prossima stagione, con l’esperienza passata che ci potrà servire, con uno stadio, forse, nuovamente agibile in tutti i settori e con un campionato che non prevederà retrocessioni. A quel punto ci saranno tutte le condizioni per vivere una stagione da protagonisti. Di quelle che non si dimenticano.

Giuseppe Bisantis

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