Dal ministero dell’Economia giungono notizie gravissime sullo stato di salute
del calcio italiano che deve mezzo miliardo di euro (548.912.308 milioni per
la precisione) al fisco, quasi mille miliardi secondo il vecchio conio. Di
questa somma solo una parte è stata sospesa (54,2 milioni) o rateizzata
(123,2 milioni) grazie alle norme agevolative che hanno innescato una feroce
polemica anche in seno alla classe politica. La Lazio, per esempio, è
riuscita a rateizzare un debito di 140 milioni e 434mila euro in 23 anni:
un accordo da «Guinness» dei primati. Ma la grande parte dei soldi
dovuti all’erario (371,5 milioni) è relativa a cartelle esattoriali
richieste dal fisco, non pagate dalle società e quindi scadute. Si
tratta di debiti accumulati fra il 2001 e il 2005.
A fornire i dati, aggiornati al 30 novembre 2005, è stato il ministero
dell’Economia che ha risposto, tramite il sottosegretario Daniele Molgora,
ad una interrogazione parlamentare presentata in commissione Finanze. Il parlamentare
ha parlato di «scarsa fedeltà fiscale». In realtÃ
il mancato pagamento deriva dal fatto che il sistema calcistico, nonostante
lo sfruttamento massivo di ogni agevolazione possibile, dalla norma sul condono
a quella sugli ammortamenti, contestata aspramente dall’Unione Europea, non
riesce a pareggiare le uscite con le entrate. In un intervento reso ieri alla
Fondazione Liberal, il presidente della Lega Adriano Galliani ha ammesso che
i conti economici sono ancora in rosso: «Quest’anno la perdita operativa
è in calo, ma oscillerà comunque tra i 350 ed i 400 milioni
di euro».
E non ci sono dovunque i Moratti e i Berlusconi che di anno in anno mettono
mano al portafogli per ripianare i debiti.
In testa a questa particolare classifica figurano le società di Serie
A che vantano debiti per 227,9 milioni di euro, che però sono in buona
parte sospesi (48,9 milioni) e rateizzati (116,4 milioni). Quelli scaduti
ammontano a 62,5 milioni. à più pesante la posizione fiscale
della Serie B che ha accumulato 148,5 milioni di tasse non pagate, ma di questi
solo 1,3 sono i debiti sospesi e 3, 4 milioni quelli rateizzati. Le imposte
da versare entro i termini previsti dalle cartelle esattoriali arrivano alla
stratosferica quota di 143,7 milioni di euro. In disgrazia anche i club delle
serie inferiori che si portano appresso un fardello di debiti erariali pari
a 172,4 milioni di cui 26,8 in C1 e 138,4 in C2. Il resto in altre categorie.
Vediamo alcune situazioni particolari. La Reggina ha un debito non scaduto
di 2.795.200 euro sui 18 milioni notificati dall’Agenzia delle Entrate lo
scorso agosto. Il Messina ha rateizzato per intero la somma di 13.200.000
euro richiesta dal fisco. Il Brescia ha un contenzioso in atto, legato a una
procedura del condono, per 6.638.000 euro. Il Catanzaro è a
mezza strada: da una parte ha rateizzato tasse per 920.549 euro, dall’altra
ha 642.576 euro in contenzioso. In contenzioso anche il Catania per
692.000 euro. Più gravi le situazioni di Crotone e Genoa: la societÃ
calabrese ha un debito scaduto di 2.292.609,36 euro, quella ligure di 2.582.000.
Il Parma, che gode per qualche mese ancora della legge Marzano, deve al fisco
62.276.000 euro. Torino e Perugia, protagoniste di un inutile spareggio per
andare in A, devono somme enormi all’erario: 32 milioni il vecchio club granata,
fallito, neppure parente di quello presieduto da Cairo; 35 milioni quello
umbro, anch’esso fallito.
Per fortuna Galliani ha addolcito la giornata affermando: «Tutti i club
stanno per ricevere offerte per l’acquisto dei diritti tv per le prossime
stagioni: e di questi argomenti so qualcosa. .. in questa vicenda non ci sono
né Robin Hood, né sceriffi di Nottingham. Semmai è una
lotta tra miliardari, ognuno dei quali vuole qualche cosa di più per
investire di meno».
Filippo Grassia – Il Giornale