“Sulla vicenda Phonemedia è inaccettabile che la Regione Calabria si nasconda dietro a un dito, cercando di sfuggire alle proprie evidenti responsabilità”. A sostenerlo è Luigi de Magistris (Idv), presidente della Commissione Controllo sui Bilanci del Parlamento Europeo. “In questi anni – continua de Magistris – un enorme fiume di denaro proveniente dall’Unione europea è finito nelle tasche dei soliti ‘prenditori’ senza scrupoli. Oltre 11 milioni di euro, a quanto risulta, che dovevano servire a costruire un futuro lavorativo per migliaia di giovani calabresi, e che invece rischiano di svanire nel nulla, magari messi al sicuro in paradisi fiscali. Su tutto questo occorre attivare ogni livello istituzionale di controllo: lo si deve ai nostri giovani e alle tante famiglie calabresi che vivono sulla propria pelle il dramma del lavoro. La Regione abbia il coraggio di diradare la cortina fumosa che avvolge i progetti finanziati nell’ambito delle misure del Por, con i quali si sono foraggiate le società del settore: si tratta di progetti che danno reali garanzie sull’utilizzazione produttiva delle somme erogate e sulla possibilità di creare lavoro stabile? O si tratta dei soliti, ben noti strumenti, per mascherare il finanziamento illegittimo della forza lavoro di aziende private, drogando il mercato, peraltro senza alcuna garanzia per i lavoratori? C’è stata una reale verifica della validità dei progetti, o ci troviamo di fronte al consueto sfruttamento di rapporti di amicizia, di contiguità, o magari di parentela, tra chi dà il denaro pubblico e chi lo incassa? E se questi progetti sulla carta sono realmente validi – se valide possono essere iniziative che impegnano l’imprenditore a garantire per soli tre anni il contratto ‘a tempo indeterminato’ – la Regione ha attivato tutti i possibili strumenti di controllo per verificare il rispetto degli obiettivi? Infine, la Regione sta continuando a finanziare queste società?”. “Sulla vicenda – dice ancora Luigi de Magistris – tanti sono i punti interrogativi. C’è da capire, soprattutto, per quale motivo queste società da un lato ritardano il pagamento degli stipendi dei lavoratori o peggio cedono le attività a note società killer, e dall’altro, nella pur nota situazione di difficoltà finanziaria, continuano ad assumere personale, e non con i soliti precari contratti a progetto, bensì con contratti a tempo indeterminato: un ‘virtuosismo’ probabilmente finalizzato ad accaparrarsi incentivi alle assunzioni e risorse dei Por prima di fare sparire la liquidità, in barba agli interessi e alle legittime aspettative di migliaia di giovani lavoratori. La Regione Calabria deve fare chiarezza, e su questo terremo alta l’attenzione dell’Unione Europea. Chiediamo infine l’impegno del Governo e di tutte le istituzioni coinvolte, affinché vengano attivati tutti gli strumenti possibili per mantenere intatte le risorse finanziarie delle società foraggiate con denaro pubblico, a garanzia dei diritti di migliaia di persone che oggi rischiano il posto di lavoro”.
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