Il Catanzaro va “in bianco” in tutti i sensi… Tenuta da trasferta e sconfitta che relega i giallorossi ad un solo punto sopra il Noicattaro e quindi dalla zona playout. Mancinelli, in più di un’occasione aveva già salvato la propria porta prima che il Catanzaro si arrendesse a De Angelis. Sterile Falconieri (che almeno ha ben giostrato e creato movimento in attacco), peggio Marchano. A Melfi zona Cesarini fatale ai giallorossi come nello scorso campionato, quando gli uomini di Domenicali si dovettero arrendere ai gialloverdi all’ultimo minuto per colpa di un penalty. Ma il Catanzaro visto ieri è stato davvero poca cosa soprattutto nel reparto avanzato, per presumere di cavarsela contro un Melfi che, senza fare sfracelli, ora si ritrova a soli tre punti dal quinto posto. In occasione della marcatura della squadra di casa, Mancinelli si era opposto già per due volte ai tentativi di Frasca e Gabrieli. Difesa delle aquile paralizzata e dalle retrovie giungeva indisturbato De Angelis che aveva tutto il tempo per castigare l’incolpevole estremo difensore giallorosso.
Sciagurato il comportamento di Ferrigno che ha costretto la squadra a giocare in inferiorità numerica dal 35° della prima frazione di gara a causa di un atteggiamento stupido quanto infruttuoso. Una protesta reiterata contro l’arbitro chiusa da una reazione nei confronti di un avversario. Il guardalinee richiamava l’attenzione del direttore di gara, che dopo avere ascoltato il proprio collaboratore, mandava anzitempo sotto la doccia il capitano giallorosso. Cose che non si devono fare, cose che non dovrebbero accadere, soprattutto da parte di chi vanta tanta esperienza e sa che le Aquile non stanno attraversando un buon momento…
Società (ammesso che il Catanzaro ne abbia una) sveglia!!!
Nelle sette gare del girone di ritorno, il Catanzaro è in caduta libera: tre punti in sette gare; due soli gol realizzati (quelli targati Bueno e Marchano in quel di Lamezia), sei subiti. Tre gare per Cuttone, un solo punticino all’attivo. I numeri a volte sono spietati, ma questa purtroppo è la realtà. E la questione societaria? Oggi se ne dovrebbe sapere di più. Ma ultimamente se ne sa ben poco di una situazione che travalica i confini della realtà…
Una sola cosa è certa, il Catanzaro e Catanzaro non possono permettersi il lusso di retrocedere a seguito del Lodo o di fallire nuovamente. Dal tomo delle barzellette si farebbe trasloco a quello dei Guinness dei primati (purtroppo con accezione negativa). Sarebbe squallido.
Chi ricopre certi ruoli, anziché nascondersi dietro silenzi ridicoli, dovrebbe avere il coraggio di assumersi la responsabilità della situazione, senza peraltro arrampicarsi sugli specchi nell’affannosa ricerca di alibi che restano fine a se stessi. A seguito del Lodo, si è pretesa la bicicletta (con la benedizione dei più), quando non si ha avuto più il “fiato”… per andare avanti, ci si è permessi anche il lusso di rifiutare aiuto (allucinante), ed ora si pensa a semplici “traghettatori”… (oggi si chiamano così) quando ad inizio campionato qualcuno aveva promesso… “il ponte”… Peggio di questo Catanzaro, nel palcoscenico del calcio dei cosiddetti professionisti, in Italia, nessuno.
Ed ora l’Igea Virus e l’obbligo assoluto dei tre punti, per respingere l’assalto di chi sta sotto. Chi lo avrebbe mai detto ad inizio campionato? Qualcuno a dire il vero, si. Chi scrive ammette che non avrebbe mai pronosticato tanto sfacelo. Dalle stalle all’inferno, il tutto accompagnato dall’ignavia (anche di parte della tifoseria colpevolmente “disorganizzata” o, ancora peggio, “disunita”) di chi non si cura più di questi due colori che tanti cuori hanno fatto battere al grido di già-llo-rò-ssi.
Ma al peggio, se le cose dovessero continuare su questi binari, non ci sarà mai fine.
Giuseppe Mangialavori