Il giovane Widraou Aruna, il ragazzo diciottenne richiedente asilo del Burkina Faso, al quale i sanitari dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro hanno dovuto amputare gli arti inferiori a seguito di sevizie da parte degli scafisti, una volta dimesso sarà curato in una struttura a carico del Servizio sanitario nazionale, al pari dei cittadini italiani indigenti.
A darne notizia è la Prefettura di Catanzaro. Dopo lo sbarco a Trapani, dove era giunto a bordo della nave Gregoretti, Aruna era stato accolto, assieme a sette compagni di viaggio, nel centro di accoglienza gestito dalla comunità “Piccola Famiglia dell’Esodo” di Decollatura. Era stato il responsabile della struttura a notare la presenza di edemi estesi alle mani e ai piedi e, per tale motivo, aveva deciso di portarlo prima nell’ospedale di Soveria Mannelli e poi al Pugliese-Ciaccio, dove è stato operato a causa della distruzione dei tessuti sottoposti a costrizione. Ora la decisione di curarlo così come accade per i cittadini italiani.