– Programmata per domenica, 13 gennaio, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle 16.00 alle 20.00, nell Complesso Monumentale S. Giovanni, la proiezione del video ”U prisebbiu chi ssi motica” realizzato dalla
Compagnia teatrale ”A Trambi’a, in collaborazione con l’Accademia dei Bronzi e le Edizioni Ursini, su testi di
autori catanzaresi dell’800, recuperati e assemblati da Silvestro Bressi. Interamento girato nel centro storico cittadino, con la regia del compianto Ciccio Viapiana, il video propone le feste di Natale a Catanzaro, cosi’ come si trascorrevano un tempo, con particolare riferimento a quell’originale presepe, ai piu’ sconosciuto, detto ”U prisebbiu chi ssi motica”. L’iniziativa e’ organizzata con il patrocinio dell’Assessorato comunale alla cultura. U prisebbiu chi ssi motica fu un originalissimo presepe, di cui non c’e’ piu’ traccia, che dal 1793, comincio’ a raccontare il Mistero natalizio in una forma insolita, particolarmente apprezzata dal popolo. Si trattava di un teatro-presepe diviso in due sezioni, una statica, l’altra mobile. Nella parte bassa, si nascondevano i moticaturi i quali muovevano abilmente pupattoli prestando loro anche la voce. La parte statica era popolata da pastori in terracotta di squisita fattura e da animali domestici modellati abilmente da artigiani locali.
Compagnia teatrale ”A Trambi’a, in collaborazione con l’Accademia dei Bronzi e le Edizioni Ursini, su testi di
autori catanzaresi dell’800, recuperati e assemblati da Silvestro Bressi. Interamento girato nel centro storico cittadino, con la regia del compianto Ciccio Viapiana, il video propone le feste di Natale a Catanzaro, cosi’ come si trascorrevano un tempo, con particolare riferimento a quell’originale presepe, ai piu’ sconosciuto, detto ”U prisebbiu chi ssi motica”. L’iniziativa e’ organizzata con il patrocinio dell’Assessorato comunale alla cultura. U prisebbiu chi ssi motica fu un originalissimo presepe, di cui non c’e’ piu’ traccia, che dal 1793, comincio’ a raccontare il Mistero natalizio in una forma insolita, particolarmente apprezzata dal popolo. Si trattava di un teatro-presepe diviso in due sezioni, una statica, l’altra mobile. Nella parte bassa, si nascondevano i moticaturi i quali muovevano abilmente pupattoli prestando loro anche la voce. La parte statica era popolata da pastori in terracotta di squisita fattura e da animali domestici modellati abilmente da artigiani locali.
