Restano avvolti nel mistero i dettagli del movimentato pomeriggio vissuto venerdì all’interno di un palazzone popolare a Piano Casa, in via Domenico Marincola Pistoia. Arrestata dai carabinieri e trasferita al carcere femminile di Castrovillari, la 46enne A.C. sarà processata domani per direttissima.
In attesa dell’udienza in Tribunale, i carabinieri sono al lavoro per ricostruire tutti gli aspetti della vicenda e acquisire i necessari riscontri. Il pomeriggio di ordinaria follia sarebbe stato determinato da contrasti personali fra A.C. e una famiglia residente in quel palazzo. Il problema sarebbe legato a vecchi rancori risalenti a quando una donna, componente della famiglia presa di mira venerdì, avrebbe fatto da baby sitter per conto di A.C. Una versione dei fatti che soltanto l’arrestata potrà confermare definitivamente. Da parte loro, i militari del nucleo operativo radiomobile della Compagnia del capoluogo non hanno ancora sentito la versione delle vittime della tentata aggressione, una famiglia al gran completo (nonni, genitori e bambini).
Secondo la ricostruzione effettuata nell’immediatezza dei fatti, A.C. è entrata all’interno del palazzo impugnando un coltello di circa 20 centimetri, con l’intenzione – pare – di chiarire con la forza i vecchi conti rimasti in sospeso. Di mezzo ci sarebbero state anche delle denunce all’autorità giudiziaria, dalle quali la famiglia residente in via Marincola Pistoia era sempre uscita “pulita”.
Quando A.C. ha raggiunto l’uscio dell’abitazione della famiglia è stato chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Sono stati attimi concitati, di grande tensione, anche perché la donna impugnava il grosso coltello con fare minaccioso. Di quanto stava accadendo si sarebbero accorti anche altri residenti nel palazzo, che potrebbero essere chiamati a testimoniare da parte degli inquirenti. Dopo pochi minuti, sul posto sono giunti i carabinieri che, evitato un primo tentativo di fuga, sono riusciti a bloccare e disarmare A.C.
Per la donna sono scattate le manette con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi e strumenti atti a offendere. Nel corso dei controlli successivi all’arresto, nella borsa della donna i carabinieri hanno anche trovato un’accetta, diversi cacciaviti, una cesoia, chiavi inglesi e bel 15 coltelli di varie dimensioni. Insomma, un vero arsenale non proprio semplicissimo da parte a spasso.
Durante le fasi dell’arresto, nel corso delle quali i carabinieri hanno dovuto utilizzare anche i “tonfa” (un’evoluzione dei classici manganelli), un militare si è ferito lievemente. Sia il carabiniere che la donna sono stati trasportati all’ospedale Pugliese. Il militare ha riportato lievi contusioni, la 46enne A.C. è stata invece sottoposta ad accertamenti clinici di vario tipo. Uno dei punti da chiarire nella vicenda è, fra l’altro, la capacità d’intendere e volere da parte di A.C. al momento della tentata aggressione.
Pare che già in passato la 46enne abbia tentato di ferire alcuni componenti del nucleo familiare considerato “rivale”. La palla, adesso, passa alla difesa di A.C. Che, in Tribunale, avrà modo di giocare le proprie carte davanti al giudice competente. Dell’accaduto è stato ovviamente informato il sostituto procuratore di turno, Salvatore Curcio.
In attesa dell’udienza in Tribunale, i carabinieri sono al lavoro per ricostruire tutti gli aspetti della vicenda e acquisire i necessari riscontri. Il pomeriggio di ordinaria follia sarebbe stato determinato da contrasti personali fra A.C. e una famiglia residente in quel palazzo. Il problema sarebbe legato a vecchi rancori risalenti a quando una donna, componente della famiglia presa di mira venerdì, avrebbe fatto da baby sitter per conto di A.C. Una versione dei fatti che soltanto l’arrestata potrà confermare definitivamente. Da parte loro, i militari del nucleo operativo radiomobile della Compagnia del capoluogo non hanno ancora sentito la versione delle vittime della tentata aggressione, una famiglia al gran completo (nonni, genitori e bambini).
Secondo la ricostruzione effettuata nell’immediatezza dei fatti, A.C. è entrata all’interno del palazzo impugnando un coltello di circa 20 centimetri, con l’intenzione – pare – di chiarire con la forza i vecchi conti rimasti in sospeso. Di mezzo ci sarebbero state anche delle denunce all’autorità giudiziaria, dalle quali la famiglia residente in via Marincola Pistoia era sempre uscita “pulita”.
Quando A.C. ha raggiunto l’uscio dell’abitazione della famiglia è stato chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Sono stati attimi concitati, di grande tensione, anche perché la donna impugnava il grosso coltello con fare minaccioso. Di quanto stava accadendo si sarebbero accorti anche altri residenti nel palazzo, che potrebbero essere chiamati a testimoniare da parte degli inquirenti. Dopo pochi minuti, sul posto sono giunti i carabinieri che, evitato un primo tentativo di fuga, sono riusciti a bloccare e disarmare A.C.
Per la donna sono scattate le manette con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi e strumenti atti a offendere. Nel corso dei controlli successivi all’arresto, nella borsa della donna i carabinieri hanno anche trovato un’accetta, diversi cacciaviti, una cesoia, chiavi inglesi e bel 15 coltelli di varie dimensioni. Insomma, un vero arsenale non proprio semplicissimo da parte a spasso.
Durante le fasi dell’arresto, nel corso delle quali i carabinieri hanno dovuto utilizzare anche i “tonfa” (un’evoluzione dei classici manganelli), un militare si è ferito lievemente. Sia il carabiniere che la donna sono stati trasportati all’ospedale Pugliese. Il militare ha riportato lievi contusioni, la 46enne A.C. è stata invece sottoposta ad accertamenti clinici di vario tipo. Uno dei punti da chiarire nella vicenda è, fra l’altro, la capacità d’intendere e volere da parte di A.C. al momento della tentata aggressione.
Pare che già in passato la 46enne abbia tentato di ferire alcuni componenti del nucleo familiare considerato “rivale”. La palla, adesso, passa alla difesa di A.C. Che, in Tribunale, avrà modo di giocare le proprie carte davanti al giudice competente. Dell’accaduto è stato ovviamente informato il sostituto procuratore di turno, Salvatore Curcio.
Giuseppe Lo Re
fonte:gazzettadelsud