CRONACA – Si è spento Pasquale Colace il medico condotto di Gagliano

ADDIO a Pasquale Colace. Ieri mattina si è arreso ad una inesorabile malattia che, negli ultimi mesi, lo aveva costretto a ritirarsi nella sua casa alle porte di Gagliano. Un grande medico e, per molti, soprattutto un grande amico.
Era un uomo buono, rispettoso, disponibile con tutti. Per chi lo ha conosciuto, è stato una delle persone più carismatiche della nostra comunità. Oggi lo si potrebbe definire un’icona dell’antico borgo del quartiere di Gagliano.
Era il “medico condotto” – figura mitica dell’assistenza sanitaria sul territorio – colui che, prima o poi, finisce per conoscere tutti. L’uomo di cultura, l’uomo che sapeva fare tutto, la persona più preziosa che si potesse avere in una comunità. Amava il suo lavoro e lo faceva capire con l’attenzione e lo scrupolo con cui lo svolgeva. Sempre uguale, giorno dopo giorno, seduto dietro la scrivania; sempre uguale nel salutare, con un sorriso, i pazienti che al mattino bussavano alla porta del suo studio.
La sua carriera di medico è strettamente legata alla gente del quartiere. Pasquale Colace era arrivato a Gagliano nel 1952 con l’entusiasmo di un giovane medico che, appena laureato, va incontro al suo primo incarico di “condotta”.
Più di cinquant’anni a disposizione della comunità con la quale è riuscito ad instaurare un affettuoso legame di stima e di amicizia. Un periodo abbastanza lungo per ricordare un medico che, per quasi mezzo secolo, ha alleviato con farmaci e, alcune volte con le parole, le malattie di coloro che si rivolgevano a lui.
Alle spalle anche un impegno in politica. Consigliere provinciale per due legislature sotto l’effigie della Democrazia Cristiana, a lui sono legate molte iniziative per il collegio di Catanzaro nord. è difficile, in questo momento, trovare parole adeguate per raccontarlo. Un pensiero va alla moglie Paola Pagano, alle figlie Rita, Anna e al figlio Rosario, medico e politico, proprio come lui.
I funerali saranno celebrati domani pomeriggio alle 15,30 nella chiesa madre di Gagliano. Lì in quel quartiere, tra quella stessa gente che lo ha amato, stimato e sopratutto ascoltato.