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CRONACA: Operazione “Fiume Corace”, rito abbreviato per 9 indagati

Saranno giudicati con rito abbreviato nove degli undici giovani catanzaresi coinvolti nell’operazione antidroga “Fiume Corace”, mentre uno di loro ha già chiesto di patteggiare, e l’undicesima proseguirà con la normale udienza preliminare. Lo ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare Gabriella Reijllo, che ha fissato per il prossimo 25 maggio la trattazione dei riti alternativi (che in caso di condanna comportano lo sconto di pena di un terzo) per: Armando Fiorentino, 22 anni, di Catanzaro; Marco Spallino, 30 anni, nato a San Giorgio a Cremano (Na) ma residente a Catanzaro; Andrea Forte, 22 anni, nato a Roma ma residente a Catanzaro; Carlo Alberto Borromeo, alias “Charly”, 21 anni, nato a Bologna ma residente a Catanzaro; Stefano Spiridetti, alias “il Negro”, 29 anni, di Catanzaro; Giuseppe Rotundo, 29 anni, di Catanzaro; Gianluca Tardo, 28 anni, di Catanzaro; Francesco Arnò, alias “Franco ù barese”, 34 anni, di Catanzaro, residente a Montauro; Alessandra Sacco, 34 anni, di Catanzaro. Il gup ha comunque respinto le richieste dei difensori (tra gli avvocati impegnati Arturo Bova, Enzo De Caro, Piero Mancuso, Piero Chiodo, Nicola Lembo, Pietro Funaro e Gregorio Viscomi) di procedere all’audizione di vari soggetti interessati alla vicenda, come operanti della polizia giudiziaria, presunti acquirenti della droga, qualche imputato. Aveva già ottenuto il consenso del pubblico ministero Paolo Petrolo per il patteggiamento, poi, Claudio Francesco Chiaravalloti, 21 anni, per il quale l’avvocato Vitaliano Gallo ha chiesto l’applicazione di una pena di 4 mesi di reclusione e 5.000 euro di multa. Infine, sempre il 25 maggio il gup stabilirà se mandare al processo o prosciogliere l’ultima indagata, Alison Macrì, 23 anni, di Catanzaro, che non ha chiesto l’abbreviato. Sette degli indagati di “Fiume Corace”, chiamati tutti a rispondere di spaccio di stupefacenti, finirono in cella il 16 aprile 2009, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Camillo Falvo, su richiesta del sostituto procuratore Simona Rossi, che ha coordinato le indagini condotte dai Baschi verdi della Guardia di finanza per oltre due anni. I giovani, secondo le accuse, avrebbero fatto parte di una rete dello spaccio operante fra il quartiere marittimo del capoluogo calabrese e Cropani, lungo la fascia ionica. Le persone indagate, fin dall’inizio, erano in tutto undici, ma per quattro di loro il gip non concesse il provvedimento restrittivo richiesto, e precisamente per Macrì, Tardo, Arnò, e Sacco, i cui nomi sono infine comparsi nella richiesta di rinvio a giudizio. Per i sette indagati in relazione ai quali “si è ritenuto sussistere la gravità indiziaria – scrisse il gip negli ordini di cattura -, ricorre l’esigenza cautelare alla luce della gravità dei fatti contestati, delle modalità delle condotte, del carattere organizzato e continuativo dell’attività delittuosa e dei guadagni da essa ricavabili, sintomatici della natura non occasionale e non circoscrivibile nel tempo delle azioni delittuose”. Il gip spiegò inoltre che in tutti i casi “il materiale probatorio è costituito, in prevalenza, dal contenuto delle numerose conversazioni telefoniche e tra presenti intercettate. In molti casi le conversazioni captate sono riscontrate dagli esiti di attività di indagine collaterali”, come servizi di osservazione e pedinamenti, sequestri di stupefacenti, arresti in flagranza.

 

GCD

Autore

Umberto Galati

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