CATANZARO – Si terranno questo pomeriggio nella Basilica dell’Immacolata (ore 15.30) i funerali di Nino Gemelli, autore, regista ed interprete della più genuina tradizione del teatro dialettale catanzarese, scomparso ieri intorno alle ore 13.30 al “Pugliese”, dove era stato ricoverato d’urgenza. Quest’anno avrebbe compiuto 69 anni.
Scompare con lui un esponente di primo piano del mondo culturale, e non solo teatrale, della città, un artista dal vasto consenso popolare, vero caposcuola. Portatore di pace-maker, da qualche anno aveva dovuto ridurre al minimo la sua attività.
La scomparsa di Nino Gemelli ha destato un generale e profondo cordoglio. «La cultura teatrale calabrese perde uno dei suoi grandi protagonisti», ha commentato il sindaco Rosario Olivo, interprete del cordoglio dell’intera città.
«Sono profondamente addolorato per la scomparsa di don Nino. Lo avevo incontrato – ha raccontato Olivo – appena prima di Natale, nella clinica dove era ricoverato, ma non immaginavo che la morte ce lo avrebbe strappato così presto. La malattia, che ormai da molti anni gli aveva tolto la gioia di calpestare il palcoscenico, non era riuscita a piegare la sua intelligenza, la sua sensibilità, la sua voglia di capire. Aveva avuto per me parole molto belle, di incoraggiamento per il difficile lavoro che stiamo facendo per la città, raccomandandomi un’attenzione particolare per la cultura e le attività teatrali. Il suo gioiello era il laboratorio teatrale di via De Filippis, costruito in tanti anni di duro lavoro e di sacrifici».
«Quando ho appreso che il teatro di Nino Gemelli è ancora perfettamente integro – ha poi detto il sindaco – ho avviato con discrezione i primi passi per l’acquisizione della struttura al patrimonio pubblico, magari per ospitarvi un laboratorio permanente di teatro in vernacolo. Oggi, dopo la scomparsa di don Nino, l’obiettivo diventa ancora più stringente, allo scopo di non disperdere il grande patrimonio culturale costituito dalle impareggiabili opere scritte dal grande autore. Chiederò anche alla Fondazione Politeama, nell’ambito dei suoi programmi, di valorizzare l’opera di Gemelli, allestendo almeno uno dei suoi piccoli, grandi capolavori».
Anche l’assessore alla cultura Antonio Argirò ha espresso il cordoglio dell’amministrazione, sostenendo che «con Nino Gemelli scompare uno strenuo difensore delle tradizioni culturali cittadine, ma anche un geniale autore teatrale, capace di rappresentare nelle sue commedie uno spaccato della società meridionale. Gemelli – ha detto ancora Argirò – ha affinato il suo talento e il suo genio alla corte del grande Eduardo De Filippo che lo accolse a Roma nel corso triennale di scrittura teatrale tenuto all’università “La Sapienza”. Di Eduardo, Gemelli ha saputo raccogliere la capacità di raccontare le storie della gente comune e di trasformarle poi in storie universali. Io penso che la nostra Amministrazione, che si è caratterizzata in questi mesi per l’azione di valorizzazione e difesa delle tradizioni culturali cittadine, dovrà onorare la memoria di don Nino con iniziative che servano a perpetuarne il ricordo e a non disperderne il patrimonio artistico e culturale».
La Fondazione Politeama, per bocca del direttore generale Marcello Furriolo, ha espresso «dolore profondo per la scomparsa di Nino Gemelli, commediografo di valore e maestro di tanti giovani attori. Nino Gemelli – ha detto Furriolo – è stato un uomo di straordinarie capacità umane e artistiche. La sua scuola di teatro è stata fucina per molti talenti catanzaresi che poi hanno percorso con successo le difficili strade dello spettacolo. La città di Catanzaro gli deve molto. Sono perfettamente d’accordo con il sindaco Olivo nel ritenere opportuna un’iniziativa della Fondazione che serva ad onorare la memoria di questo artista, valorizzando le sue indimenticabili opere, molte delle quali risentono dell’influenza di Eduardo De Filippo».
Cordoglio è stato espresso da diverse associazioni culturali della città.
Scompare con lui un esponente di primo piano del mondo culturale, e non solo teatrale, della città, un artista dal vasto consenso popolare, vero caposcuola. Portatore di pace-maker, da qualche anno aveva dovuto ridurre al minimo la sua attività.
La scomparsa di Nino Gemelli ha destato un generale e profondo cordoglio. «La cultura teatrale calabrese perde uno dei suoi grandi protagonisti», ha commentato il sindaco Rosario Olivo, interprete del cordoglio dell’intera città.
«Sono profondamente addolorato per la scomparsa di don Nino. Lo avevo incontrato – ha raccontato Olivo – appena prima di Natale, nella clinica dove era ricoverato, ma non immaginavo che la morte ce lo avrebbe strappato così presto. La malattia, che ormai da molti anni gli aveva tolto la gioia di calpestare il palcoscenico, non era riuscita a piegare la sua intelligenza, la sua sensibilità, la sua voglia di capire. Aveva avuto per me parole molto belle, di incoraggiamento per il difficile lavoro che stiamo facendo per la città, raccomandandomi un’attenzione particolare per la cultura e le attività teatrali. Il suo gioiello era il laboratorio teatrale di via De Filippis, costruito in tanti anni di duro lavoro e di sacrifici».
«Quando ho appreso che il teatro di Nino Gemelli è ancora perfettamente integro – ha poi detto il sindaco – ho avviato con discrezione i primi passi per l’acquisizione della struttura al patrimonio pubblico, magari per ospitarvi un laboratorio permanente di teatro in vernacolo. Oggi, dopo la scomparsa di don Nino, l’obiettivo diventa ancora più stringente, allo scopo di non disperdere il grande patrimonio culturale costituito dalle impareggiabili opere scritte dal grande autore. Chiederò anche alla Fondazione Politeama, nell’ambito dei suoi programmi, di valorizzare l’opera di Gemelli, allestendo almeno uno dei suoi piccoli, grandi capolavori».
Anche l’assessore alla cultura Antonio Argirò ha espresso il cordoglio dell’amministrazione, sostenendo che «con Nino Gemelli scompare uno strenuo difensore delle tradizioni culturali cittadine, ma anche un geniale autore teatrale, capace di rappresentare nelle sue commedie uno spaccato della società meridionale. Gemelli – ha detto ancora Argirò – ha affinato il suo talento e il suo genio alla corte del grande Eduardo De Filippo che lo accolse a Roma nel corso triennale di scrittura teatrale tenuto all’università “La Sapienza”. Di Eduardo, Gemelli ha saputo raccogliere la capacità di raccontare le storie della gente comune e di trasformarle poi in storie universali. Io penso che la nostra Amministrazione, che si è caratterizzata in questi mesi per l’azione di valorizzazione e difesa delle tradizioni culturali cittadine, dovrà onorare la memoria di don Nino con iniziative che servano a perpetuarne il ricordo e a non disperderne il patrimonio artistico e culturale».
La Fondazione Politeama, per bocca del direttore generale Marcello Furriolo, ha espresso «dolore profondo per la scomparsa di Nino Gemelli, commediografo di valore e maestro di tanti giovani attori. Nino Gemelli – ha detto Furriolo – è stato un uomo di straordinarie capacità umane e artistiche. La sua scuola di teatro è stata fucina per molti talenti catanzaresi che poi hanno percorso con successo le difficili strade dello spettacolo. La città di Catanzaro gli deve molto. Sono perfettamente d’accordo con il sindaco Olivo nel ritenere opportuna un’iniziativa della Fondazione che serva ad onorare la memoria di questo artista, valorizzando le sue indimenticabili opere, molte delle quali risentono dell’influenza di Eduardo De Filippo».
Cordoglio è stato espresso da diverse associazioni culturali della città.
SCHEDA
Decine di opere edite e inedite costituiscono la produzione di Gemelli,
da “Bozzetti” scritta nel 1974 a “U sangu è sangu” del 2004.
Tra i lavori più noti “A scacammi n’atra (1975),
“Cu’ sìmina amura mèta cuntentizza” (1981),
“Du’ càmbari e serbizzi” (1982),
“Setta, ottu, nova e dècia” (1985),
“Basta, abbasta e suvèrchia” (1991),
“Pensione Belvedere” (1994),
“Calabria A.D. Mille” (1999).