CATANZARO – Sarebbe da addebitare a cause naturali la morte di un uomo, avvenuta nel primo pomeriggio di ieri all’interno di un’abitazione nel rione Corvo; la tragedia ha gettato nello sconforto un’intera famiglia di etnia rom. La notizia, però, non è questa. La notizia è che la naturale e comprensibilissima disperazione di familiari e amici dello sfortunato si è sfogata nel modo peggiore, per l’esattezza contro l’ambulanza del 118 il cui equipaggio era intervenuto per prestare soccorso all’uomo risultato successivamente morto.
L’episodio, come detto, si è consumato nel primo pomeriggio. Alla centrale del 118 è giunta una disperata richiesta da un’abitazione di rione Corvo; giunti sul posto, però, ai sanitari non è rimasto altro che constatare e verbalizzare il decesso dell’uomo. Non ci sarebbe stato più niente da fare: il cuore dello sfortunato aveva ormai cessato di battere. Travolti dalla disperazione e dalla rabbia per la morte dell’uomo, i presenti avrebbero quindi contestato agli operatori del “Suem 118” di essere giunti in ritardo; a loro volta, i sanitari hanno replicato affermando di avere perfettamente rispettato tempi e protocolli. Ne sono scaturiti momenti di tensione, sfociati nella cieca violenza contro l’ambulanza. Nel giro di pochi secondi il veicolo è stato colpito con calci, pugni ed oggetti di vario tipo.
Alla fine il bilancio parla di alcuni vetri mandati in frantumi e di ammaccature varie sulla carrozzeria. Fortunatamente nessun occupante dell’ambulanza avrebbe riportato ferite e nel giro di pochi minuti l’equipaggio è riuscito a imboccare la strada per fare rientro all’ospedale Pugliese. Sul posto, nel frattempo, sono giunte le pattuglie della sezione volanti della Polizia, che sono rapidamente riuscite a riportare le calma. Indagini sono ancora in corso per la completa ricostruzione dei fatti, alla luce della quale potrebbero essere assunti provvedimenti. Da parte loro, gli operatori del 118 hanno disposto l’invio dell’ambulanza in officina. Il mezzo, coi vetri rotti, era inutilizzabile. E tale resterà fino al completamento delle opere di manutenzione.
Fin qui la nuda cronaca dei fatti. Resta una considerazione di fondo: il ricorso alla violenza, in alcuni quartieri della città, pare diventato l’unico strumento per far sentire le proprie ragioni. E stavolta ci sono andati di mezzo gli operatori del 118, per i quali forse in alcuni casi sarebbe necessaria maggiore protezione.
almeno due precedentiL’ultimo episodio d’intolleranza nella zona sud della città, stavolta nei confronti di rappresentanti dello Stato, si era registrato lo scorso maggio, quando in viale Isonzo due pattuglie della Polizia sono state prese d’assalto da circa 300 persone di etnia rom che, con pietre, bastoni e pezzi di ferro sono riuscite ad evitare che gli agenti eseguissero un mandato di cattura nei confronti di un minorenne. Contro gli uomini della Questura, blindatisi in macchina, è volato di tutto: pietre, mattoni, persino pinze da elettricista. E già in quel caso non si trattava della prima aggressione di questo genere in viale Isonzo, zona storicamente molto “calda” dal punto di vista della criminalità. Nel luglio del 2006, infatti, un altro gruppo di nomadi si scontrò in maniera violenta con i carabinieri del Comando provinciale, impegnati nella perquisizione di alcune abitazioni. I responsabili dell’aggressione furono successivamente individuati e il relativo processo è tuttora in corso davanti al Tribunale.
L’episodio, come detto, si è consumato nel primo pomeriggio. Alla centrale del 118 è giunta una disperata richiesta da un’abitazione di rione Corvo; giunti sul posto, però, ai sanitari non è rimasto altro che constatare e verbalizzare il decesso dell’uomo. Non ci sarebbe stato più niente da fare: il cuore dello sfortunato aveva ormai cessato di battere. Travolti dalla disperazione e dalla rabbia per la morte dell’uomo, i presenti avrebbero quindi contestato agli operatori del “Suem 118” di essere giunti in ritardo; a loro volta, i sanitari hanno replicato affermando di avere perfettamente rispettato tempi e protocolli. Ne sono scaturiti momenti di tensione, sfociati nella cieca violenza contro l’ambulanza. Nel giro di pochi secondi il veicolo è stato colpito con calci, pugni ed oggetti di vario tipo.
Alla fine il bilancio parla di alcuni vetri mandati in frantumi e di ammaccature varie sulla carrozzeria. Fortunatamente nessun occupante dell’ambulanza avrebbe riportato ferite e nel giro di pochi minuti l’equipaggio è riuscito a imboccare la strada per fare rientro all’ospedale Pugliese. Sul posto, nel frattempo, sono giunte le pattuglie della sezione volanti della Polizia, che sono rapidamente riuscite a riportare le calma. Indagini sono ancora in corso per la completa ricostruzione dei fatti, alla luce della quale potrebbero essere assunti provvedimenti. Da parte loro, gli operatori del 118 hanno disposto l’invio dell’ambulanza in officina. Il mezzo, coi vetri rotti, era inutilizzabile. E tale resterà fino al completamento delle opere di manutenzione.
Fin qui la nuda cronaca dei fatti. Resta una considerazione di fondo: il ricorso alla violenza, in alcuni quartieri della città, pare diventato l’unico strumento per far sentire le proprie ragioni. E stavolta ci sono andati di mezzo gli operatori del 118, per i quali forse in alcuni casi sarebbe necessaria maggiore protezione.
almeno due precedentiL’ultimo episodio d’intolleranza nella zona sud della città, stavolta nei confronti di rappresentanti dello Stato, si era registrato lo scorso maggio, quando in viale Isonzo due pattuglie della Polizia sono state prese d’assalto da circa 300 persone di etnia rom che, con pietre, bastoni e pezzi di ferro sono riuscite ad evitare che gli agenti eseguissero un mandato di cattura nei confronti di un minorenne. Contro gli uomini della Questura, blindatisi in macchina, è volato di tutto: pietre, mattoni, persino pinze da elettricista. E già in quel caso non si trattava della prima aggressione di questo genere in viale Isonzo, zona storicamente molto “calda” dal punto di vista della criminalità. Nel luglio del 2006, infatti, un altro gruppo di nomadi si scontrò in maniera violenta con i carabinieri del Comando provinciale, impegnati nella perquisizione di alcune abitazioni. I responsabili dell’aggressione furono successivamente individuati e il relativo processo è tuttora in corso davanti al Tribunale.
Giuseppe Lo Re