Il Gup del tribunale di Catanzaro, Antonio Rizzuti, nell’udienza con rito abbreviato ha assolto ieri, “perché il fatto non costituisce reato”, dall’accusa di abuso d’ufficio l’ex sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e l’ingegnere Luigi Ambrosio, ex dirigente del Comune capoluogo. Abramo e Ambrosio erano imputati per avere il primo procurato, secondo l’accusa, un ingiusto vantaggio patrimoniale a favore del secondo che avrebbe percepito emolumenti in modo indebito. Il pm Simona Rossi aveva chiesto per i due imputati una condanna a quattro mesi di reclusione oltre alle pene accessorie. L’avv. Nunzio Raimondi, difensore di Ambrosio, ha ripercorso l’iter del processo, facendo riferimento a precedenti decisioni del giudice Rizzuti e chiedendo l’assoluzione del proprio assistito. Di inesistenza della prova, illegittimità degli atti e assenza di dolo intenzionale ha parlato il difensore di Abramo, Enzo Ioppoli. “Ha avuto fine oggi – hanno affermato Raimondi e Ioppoli in una dichiarazione congiunta – una lunga ed estenuante vicenda che ha esposto l’on. Sergio Abramo e l’ing. Luigi Ambrosio ad una vera e propria gogna mediatica. Questi due autentici galantuomini sono stati presentati pubblicamente come affaristi senza scrupoli laddove, invece, essi avevano agito in ossequio alla legge e nel rispetto pieno di tutte le regole di correttezza”. “Tanto dal punto di vista politico, per Abramo – hanno aggiunto Raimondi e Ioppoli – quanto dal punto di vista tecnico, per Ambrosio, l’obiettivo è stato sempre e solo quello di servire la città e gli interessi della collettività. La sentenza di oggi fa giustizia delle denigrazioni circolate negli anni intorno a questi due cittadini onesti e vale una volta di più a confermare come la iniziale intuizione investigativa fosse totalmente priva di fondamento”
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