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Critica della ragion dura

Scritto da Redazione

Analisi introspettiva non esegetica sull’essenza del calcio tra disillusione e colpi di scena

Pochi istanti prima della fine il filotifosofo affondò nei suoi pensieri e rimuginava su cosa dire in piazza alla fine dell’incontro: “Non è possibile pareggiare una partita del genere. Si tratta proprio dell’impostazione concettuale della disposizione sul terreno che è fallace sotto tutti i punti di vista. Come si fa a non accorgersi che geometricamente si lasciano degli spazi di inserimento che vengono facilmente sfruttati dai contendenti e attraverso i quali riescono a creare superiorità laddove dovrebbe essere la nostra compagine a prenderne possesso? E poi anche l’estremo difensore, di livello per carità, non è paragonabile al predecessore, il che denota la chiara intenzione di livellare verso il basso l’intensità dei nostri sogni, praticamente ci hanno illuso. Palese ne è la dimostrazione di come vengono gestite le massime punizioni, incaponendosi nell’affidarle ad un passeggiatore che fa ormai dell’indolenza la sua massima espressione in campo. D’altronde quando si affida la conduzione di un bolide ad un pilota di terz’ordine, come chiaramente dimostrato nella stagione precedente, è sintomo che a livello dirigenziale non si ha voglia di…”

Si sente un boato. Il filotifosofo comprende…
Intontito per l’intensità del fragore e leggermente smarrito riordina i pensieri. Si avvia lentamente verso la piazza, vi giunge, alza gli occhi e incontra lo sguardo di un suo caro amico il quale gli chiede:
“Allora, amicu meu, comu jocammi?”
“Mah… chi t’ajiu e dira? Jocamma Bonini!”

Lina

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Redazione

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