Se a cinque minuti dal triplice fischio la guardalinee non avesse inventato il penalty forse le analisi avrebbero risparmiato la sufficienza unitamente alla presunzione con la quale gli undici di Oscar Brevi hanno affrontato un avversario palesemente inferiore. Non ci si può mai permettere di amministrare un vantaggio risicato fino al novantesimo perché se non ti castiga l’avversario per i suoi meriti può sempre pensarci l’arbitro (in questo caso con l’ausilio della guardalinee posizionata sotto gli inesistenti “distinti”, palesemente affetta da grave astigmatismo miopico).
E così il Catanzaro stecca la prima e dopo un estate piena di aspettative riconsegna ai cinquemila del Nicola Ceravolo uno spettacolo in chiaro-scuro da tutti i punti di vista. Al blackout elettrico si sono adeguati gli undici giallorossi in campo che a seguito dello stesso non hanno chiuso la partita. Speriamo non siano determinanti I punti gettati al vento nell’esordio serale e considerata la concorrenza a dir poco agguerrita del campionato in corso, non ci si può permettere di prendere sotto gamba nessun avversario. Il campionato è solo all’inizio, ma meglio correre ai ripari per l’atteggiamento della squadra e per farsi sentire nelle sedi opportune (allucinanti sia il rigore che il recupero non concesso).
L’estate non ha portato a nulla di nuovo e alle porte del nuovo autunno ritroviamo i “soliti” problemi irrisolti: il solito Ceravolo, la solita questione distinti con la solita palazzina (e che sarà mai? La ricostruzione delle twin towers?), i soliti cinque milioni di euro, la solita Catanzaro “piagnona” che non trova la forza/il coraggio/gli attributi/ le giuste motivazioni per reclamare a chi di competenza un minimo di rispetto.
In cinquemila ad accompagnare le Aquile all’esordio. Un dato importante sul quale dovrà riflettere il Presidente Giuseppe Cosentino che dovrà leggere in questo l’esigenza della Piazza di comprendere quale sia l’obiettivo stagionale. Un campionato anomalo che non vedrà nessuna retrocessione ma sul quale peseranno maledettamente gli sforzi economici sopportati dall’imprenditore reggino nel corso della scorsa stagione. Sarebbe un vero peccato non sfruttare la ghiotta opportunità per salire su uno dei vagoni del treno che porta ai playoff. Ci saranno pure squadre importanti in questo girone di Prima Divisione, ma il Catanzaro per tradizione e presenze sugli spalti non è da meno a nessuno, anzi!
Nulla è dovuto e nulla cade dal cielo. Per ambire ad una situazione normale bisognerebbe anche che certi amministratori (o presunti tali) se proprio non mossi dalla stessa motivazione che serbavano quando sono stati eletti, facessero il minimo del proprio dovere. Rinvii su rinvii, giustificazioni su giustificazioni per un Nicola Ceravolo nel quale oltre al completamento del settore distinti, latita la manutenzione (vedi copertura delle tribune ecc.). Solo qualche mese addietro la conferenza stampa con Presidente della Regione, Sindaco… giornalisti e tifosi ansiosi di conoscere le decisioni e la tempistica di attuazione dei buoni propositi. Il tempo di “sintetico”… ha restituito solo una tristissima realtà insieme alla baraccopoli inserita oramai da troppo tempo nell’impianto che vide per primo nella Regione Calabria la serie “A”. Chi scrive ricorda per l’ennesima volta che proprio in quell’anno l’intero impianto fu completamente ristrutturato in pochi mesi. Volontà e tempi diversi in cui Catanzaro si fregiava della conquista del ruolo di Capoluogo di Regione e della massima serie. Altri tempi, altra Generazione, altra classe politica, altri “U”omini. Gente che non pensava solo al proprio orticello o ancora peggio a fare lo sgambetto al prossimo o al presunto competitor politico e non… Se si cresce si cresce insieme, se si affonda nessuno galleggia così facilmente.
Il contesto recessivo appartiene purtroppo a tutto il territorio nazionale e non affligge la sola Catanzaro.
A Catanzaro il provvisorio spesso si veste da definitivo ed il calcio il più delle volte è fedele specchio della realtà (vedi Sassuolo…). Per interpretare a dovere lo spartito della vittoria non sarà sufficiente un solo solista, bisognerà supportarlo con un’orchestra adeguata agli obiettivi da raggiungere. Sarà pertanto necessario fissare questi ultimi (per non rimanere imbrigliati nelle reti dell’indifferenza) e risvegliarsi dal torpore delle coscienze che da troppo tempo sono fedeli alleate di Morfeo.
Giuseppe Mangialavori