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Cosa ci ha detto la gara conto il Bari

Scritto da Redazione

Siamo fuori dal tunnel? No, ma forse siamo sulla buona strada

IL DOLORE DELLE CURVE
È venerdì sera a Bari e nel posticipo della nona giornata si affrontano Bari e Catanzaro. Le curve italiane, che rendono lo spettacolo del calcio più affascinante con i loro cori, colori e coreografie, hanno vissuto una settimana particolare, segnata da un immenso dolore. La tragedia dei tre giovanissimi foggiani e il decesso del quarantaduenne Francesco Palmi, ultras barese, hanno lasciato il segno.
Sono più di 18.000 gli spettatori che assistono alla sfida fra le due squadre. Da Catanzaro, i presenti nel settore ospiti sono 707: un numero di tutto rispetto, se si considera, si gioca di venerdì sera, con circa 750 km da percorrere fra andata e ritorno sulla pericolosissima SS 106 in condizioni meteorologiche non favorevoli per i tifosi provenienti da Catanzaro che sono in maggioranza rispetto a quelli che non mancano mai provenienti dal centro nord.
Nei primi minuti, la curva barese ricorda Francesco con cori e uno striscione. Gli ultras del Catanzaro si uniscono al gesto e, in segno di vicinanza, espongono uno striscione in sua memoria, accolto dall’applauso dei tifosi baresi.

BARI E CATANZARO CON FORMAZIONI A SPECCHIO
Il Bari deve rinunciare a Oliveri e Longo lo sostituisce con Favasuli, per il resto conferma la stessa formazione che aveva impattato a Cremona destando una buona impressione. Il Catanzaro si presenta a specchio con il 3-5-2 ma sia giallorossi che biancorossi cercano di sfruttare i centrocampisti offensivi come Falletti e Sibilli da una parte e Pontisso e Koutsoupias dall’altra con libertà d’incursione nelle azioni offensive.
Il Catanzaro sin dai primi minuti esprime buone giocate e a tratti si rivedono quelle azioni classiche, con Iemmello che si abbassa sulla trequarti raccogliendo il passaggio dei difensori o di Pigliacelli e i giallorossi che saltano la prima linea di pressione per dirigersi verso la porta avversaria. Addirittura, è Scognamillo in una di queste fasi ad avviare una bella ripartenza catanzarese.

PARTITA EQUILIBRATA
Nei due tempi la partita è stata sostanzialmente equilibrata. È vero che nel primo tempo il Bari ha chiuso in vantaggio ed è altresì vero che Pigliacelli ha dovuto compiere due interventi importanti, soffrendo la verve di Dorval che sulla sinistra ha ritrovato la forma di due anni fa.
Ma anche il Catanzaro, che ha giocato alla pari senza rinunciare alla fase offensiva, ha creato pericoli. Infatti, se Radunovic non ha compiuto interventi degni di nota nel primo tempo, è solo perché è mancata la lucidità nell’ultimo passaggio nelle incursioni di Biasci e Situm, dal fronte sinistro e di Compagnon dal lato di destra. Senza contare che prima sullo 0 a 0 (subito dopo l’occasione di Lasagna all’inizio) Iemmello avrebbe potuto anticipare la sua marcatura se non fosse arrivato a calciare con il passo lungo. Poi sull’1-0 a fine primo tempo una conclusione a botta sicura di Koutosoupias è stata respinta all’ultimo istante da un difensore barese. Diciamolo chiaramente: se il primo tempo fosse finito in parità, nessuno avrebbe gridato allo scandalo.
La ripresa è iniziata con i cambi di Pompetti e La Mantia. Ecco, proprio in quei momenti di assestamento (mancava la copertura del sostituito Petriccione ammonito con superficialità dall’arbitro), qualche errore di posizionamento di Brighenti e la mancanza della cerniera davanti la difesa ha creato l’occasione per Sibilli, che si è divorato la rete del raddoppio. L’equilibrio visto in campo fino a quel momento si è interrotto quando Coulibaly e D’Alessandro hanno alzato il livello tecnico e qualitativo. A quel punto il Bari è sparito dal campo e, già prima del pareggio di Iemmello, è stato solo il Catanzaro a dominare la scena, creando pericolosissime occasioni svanite per un nonnulla. Una conclusione pericolosissima di Koutosoupias e un tiro di Pontisso con Radunovic che ha respinto, avrebbero potuto regalare il pari prima al Catanzaro. Pari che arriva grazie a un perfetto scarico di La Mantia servito da Pompetti con il capitano che ha piazzato un destro chirurgico di piatto all’angolino basso alla destra dell’estremo difensore proteso in tuffo.
A conferma della supremazia catanzarese in questa fase c’è da registrare ancora Iemmello a tu per tu con Radunovic e il mancato tap-in di La Mantia un tiro di Coulibaly oltre a qualche altra incursione che ha messo in apprensione squadra e pubblico barese che aspettavano il triplice fischio con ansia. Tutto ciò conferma che se il Catanzaro avesse vinto non avrebbe rubato nulla.
Qualcuno può anche contestare questa tesi, ma le statistiche della partita parlano chiaro: superiorità nel possesso palla, nei tiri in porta, nei passaggi e nell’accuratezza dei passaggi. Noi che non amiamo i numeri, riteniamo però che non sia corretto propinarci questi dati solo quando arrivano le prestazioni negative.

E’ UN PARI CHE VALE
Il pareggio di ieri ha un sapore diverso rispetto al punto conquistato a Salerno. Finalmente si è visto il Catanzaro, che ha dimostrato di saper giocare a calcio. Fermo restando gli errori su cui bisogna lavorare (marcature preventive e fase di non possesso in particolare), non si può non essere fiduciosi, perché continuando a pensare a ciò che aveva dimostrato il Catanzaro negli ultimi due anni può essere solo deleterio per tutto l’ambiente. Arrivare a non apprezzare il punto di ieri contro una squadra che ha alzato il livello tecnico con un mercato importante non è una cosa buona. Anche perché, se vogliamo essere polemici, si può dire che anche l’anno scorso il Catanzaro a Bari regalò spettacolo, ma alla fine il risultato fu un pareggio conquistato contro una squadra che si è salvata all’ultimo round dei play-out. Di certo, nessuno è certo che d’ora in avanti si cambierà registro, ma continuare a gettarsi la zappa sui piedi con considerazioni poco attinenti a ciò che si vede in campo o a giudizi condizionati dal “vivarinismo” non fa bene al Catanzaro e non rispetta né i suoi calciatori, né il suo allenatore e tantomeno la società.

IL SIGNOR COLOMBO DIRETTORE DI GARA
A conferma di quanto esposto, è giusto sottolineare che, forse offuscati dall’ansia di rivedere il Catanzaro, pochi evidenziano l’arbitraggio casalingo di Colombo, il quale ha influenzato in modo significativo alcune fasi importanti della partita. La rete del Bari nasce da un cross di Pucino, che aveva vistosamente commesso fallo su Biasci; guarda caso, è proprio il difensore barese a crossare dalla destra per permettere a Dorval di segnare. Una ripartenza barese nella ripresa scaturisce da un altro fallo evidente su Situm non fischiato. Se poi aggiungiamo le varie discrepanze nei giudizi su altre situazioni, l’ammonizione a Petriccione, la mancata espulsione per il fallo reiterato su D’Alessandro e l’espulsione di Caserta, avvenuta perché protestava per un fallo inesistente fischiato a Coulibaly, che avrebbe dato palla a Iemmello in campo aperto, possiamo tranquillamente affermare che è mancato poco affinché l’arbitro continuasse con la sua striscia vincente, che si attestava su cinque vittorie del Bari su cinque partite dirette.

SIAMO FUORI DAL TUNNEL?
Certamente no, ma forse adesso il Catanzaro, che sta recuperando i suoi uomini, potrà guardare al futuro con più ottimismo, consapevole che nel calcio tutto può cambiare, e con almeno un po’ di autostima in più dopo il pareggio di ieri, frutto di una prestazione che non è affatto da buttare. E ora tutti assieme a preparare la gara contro il Sudtirol, per come ci ha indicato il capitano con il suo abbraccio al tecnico.

Foto di Lorenzo Costa per UsCatanzaro.net

Redazione 24

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6 Commenti

  • A costo di essere troppo ripetitivo, cara redazione, non hai detto una cosa fondamentale cioè che la bella prova è merito dei giocatori che si sono compattati, hanno fatto gruppo e sotto la guida di capitano Iemmello, allenatore in campo, hanno dato l’anima fornendo una buona prova. Caserta non “cintra nenta” anzi ha tentato di perdere con l’ennesima formazione iniziale( 9 diverse in nove partite) purtroppo non c’è riuscito, così magari ce lo togliavamo dai co……..ni.

    • Si, ma devi stare attento Corner, che se non fai parte di una cerchia ristretta e ti permetti di criticare questa gioia di allenatore o ancora peggio la Società, questa redazione “equilibrata e giusta” ti banna.

      • Mistral, premesso che l’allenatore non lo critico solo io ma quasi tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori giornalisti e gente che di calcio ne capisce più di me magari, ma per quanto riguarda la società non mi permetto assolutamente di criticarla, anzi la ringrazierò sempre per quello che ha fatto e che fa. La redazione non penso che sia una di quelle che banna chi critica, hanno la mia stima da sempre perché professionali e obiettivi.

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