La condizione atletica
Con l’approssimarsi della conclusione della stagione calcistica, le squadre si trovano a fronteggiare la sfida della stanchezza accumulata dopo mesi di intensi allenamenti e partite. La condizione atletica gioca un ruolo fondamentale nel rendimento finale e incide significativamente sui risultati delle ultime giornate. Anche l’aspetto psicologico riveste un’importanza cruciale: la stanchezza può compromettere la concentrazione e la motivazione. Le squadre capaci di mantenere una mentalità solida possono trarre vantaggio anche in situazioni di affaticamento. La partita contro la Carrarese rappresenta un esempio emblematico di quanto osservato sul campo, confermando questa tesi. Nella scorsa stagione, il Catanzaro affrontò i playoff in condizioni simili, come si suol dire, “cotto“. Siamo certi che mister Caserta, in sinergia con il preparatore Cristian Bella, abbia progettato allenamenti specifici per il recupero delle energie, prestando particolare attenzione ai calciatori che necessitano di una gestione oculata, monitorando e adattando il programma in base alle loro esigenze individuali.
Gli infortuni e la rosa del Catanzaro
Un ulteriore fattore critico che attualmente affligge il Catanzaro è rappresentato dagli infortuni. Nella scorsa stagione, il problema degli infortuni emerse con particolare intensità a fine campionato, aggravato dalla ristrettezza della rosa. Quest’anno, i giallorossi possono contare su una squadra con più elementi. Tuttavia, l’infermeria è piena da qualche mese e a Carrara il Catanzaro si è presentato privo di ben sei potenziali titolari. Analizzeremo in seguito come queste assenze possano influenzare anche l’aspetto tecnico-tattico della squadra.
Aspetti tecnico-tattici
Tralasciando il tema della motivazione, che come abbiamo detto può essere influenzato dalla condizione atletica, è importante osservare che il Catanzaro visto a Carrara ha pagato dazio quando ha perso palla durante la fase di costruzione nella propria metà campo. In questo frangente, una costruzione dal basso efficace è fondamentale per un gioco fluido e organizzato. Non è corretto attribuire le colpe a singoli giocatori: nel calcio, si sa, i meriti e i demeriti sono collettivi e coinvolgono ogni reparto della squadra.
Analisi della rosa difensiva
Ritornando alla rosa attuale del Catanzaro, è opportuno analizzare il reparto difensivo dal punto di vista numerico. Attualmente, i difensori puri in rosa sono cinque. Ai titolari Brighenti, Scognamillo, Bonini, e all’infortunato Antonini, si aggiunge Corradi, acquisito in prestito nel mercato di riparazione di gennaio. Antonini, che doveva rappresentare un punto di forza della difesa, ha avuto un impatto limitato a causa di infortuni che hanno influito sulle sue presenze e prestazioni, risultate meno brillanti rispetto alla stagione precedente. Su 33 partite disputate, il difensore brasiliano ha totalizzato soltanto 1133 minuti di gioco, con una percentuale di utilizzo di poco inferiore al 40%. Corradi, dal canto suo, ha finora collezionato solo panchine da quando è arrivato. Considerando anche le condizioni fisiche non ottimali di Antonini, forse si sarebbe potuto fare di più nel mercato di gennaio. Tuttavia, va anche considerato che la sfortuna di perdere in un colpo solo due esterni di fascia, come Situm e Quagliata, ha limitato le opzioni disponibili: la possibile soluzione di schierare Cassandro sulla linea dei difensori a tre non era attuabile, poiché l’ex Como ha dovuto giocare come quinto di destra per necessità.
Le sostituzioni e le scelte di Caserta
Tornando alla sfida con la Carrarese, mister Caserta ha effettuato la prima sostituzione con il Catanzaro in vantaggio all’ottantesimo minuto. Probabilmente, l’allenatore ha supposto che il Catanzaro potesse gestire il risultato senza l’apporto di forze fresche. Effettivamente, la coperta in difesa, che dava segni di cedimento, era corta, poiché a disposizione fra i difensori c’era il solo Corradi, che avrebbe potuto esordire in giallorosso: probabilmente il tecnico ha ritenuto che non fosse il caso di lanciarlo nella mischia in quel frangente.
Fa discutere invece il cambio di Petriccione. Sebbene si possa presumere che lo si volesse preservare, la scelta si è rivelata dannosa, anche alla luce di quanto successo con il Bari: il Catanzaro ha perso il suo uomo d’ordine. È anche vero che chi è subentrato (Coulibaly) non ha avuto l’impatto desiderato, mostrando troppa sufficienza, soprattutto nell’iniziativa di Schiavi che ha generato il pareggio degli Apuani, firmato da Stiven Shpendi. Non sappiamo come sarebbe finita con Petriccione in campo e tantomeno possiamo prevedere l’effetto di altre forze fresche che avrebbero potuto aiutare a portare a casa la vittoria. Buso e Pagano sono entrati nei minuti di recupero senza incidere sull’economia della partita e Biasci, che sembrava pronto a subentrare, non è stato nemmeno utilizzato.
Verso il finale di stagione
Il paradosso è che, prima del pareggio e nei dieci minuti finali, il Catanzaro avrebbe anche potuto vincere, come dimostrano le occasioni di Compagnon e Pittarello, che ha sbagliato l’assist per Iemmello, e con la punizione del capitano parata da Fiorillo. Mancano cinque partite e l’obiettivo playoff, con un buon piazzamento, è ancora alla portata. Tre match saranno in trasferta e due al Ceravolo, con quindici punti a disposizione per raggiungere un traguardo impensabile all’inizio della stagione. L’importante è aver avuto la conferma che il Catanzaro – al suo secondo campionato consecutivo in B dopo 17 anni di purgatorio – non è una meteora, poiché arrivare a disputare due tornei cadetti con piazzamenti playoff non è cosa di poco conto.
Redazione 24
Foto US Catanzaro 1929