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Cosa ci ha detto la gara con il Modena

Scritto da Redazione

Il Catanzaro è sempre avvolto nella nebbia

MALGRADO TUTTO IL PUBBLICO C’È

Una giornata ventilata ma con una temperatura mite accoglie le squadre all’ingresso in campo. Il Catanzaro indossa la classica maglia rossa con bordi gialli, mentre il Modena è in maglia bianca con una banda trasversale gialloblù.

Ci sono solo 8.394 spettatori che gremiscono il Ceravolo, con 90 modenesi sistemati nel settore ospiti. Sull’affluenza c’è da fare la prima riflessione: il numero complessivo degli spettatori, nonostante i 5.729 abbonati (un record per la piazza di Catanzaro), è fra i più bassi rispetto ai dati del torneo passato. Infatti, si sono registrati numeri peggiori solo contro il Lecco di venerdì sera e l’Ascoli di sabato, con rispettivamente 8.066 e 8.169 spettatori.

Malgrado tutto, il calore del pubblico è immutato e a accendere i cuori ci pensa la curva con una coreografia anni ’80, regolarmente autorizzata dagli organi competenti, realizzata con fumogeni giallorossi, che ritarderà l’inizio del match.

SCHIERAMENTI INIZIALI

Il Catanzaro deve rinunciare a capitan Iemmello e Pagano, con Pontisso che ritorna dalla panchina dopo l’infortunio. Mister Caserta decide di aggiungere un centrocampista in più sulla mediana, che è formata da Petriccione, Pompetti e Koutsoupias. Può definirsi una sorpresa il fatto che Coulibaly – che a Salerno, in soli venti minuti, si era conquistato il titolo di migliore in campo – vada in panchina e poi non giocherà neanche un minuto. Nel corso del match entreranno Pontisso, assente da dopo la gara con la Carrarese, Brighenti, Compagnon, La Mantia e Seck. Di contro, sono numerose le assenze per Bisoli, che deve adattarsi a giocare con un solo attaccante (Abiuso) e riempire la squadra di centrocampisti e difensori, adattando anche un fortissimo Palumbo a svolgere una doppia fase di lavoro, ovvero marcare D’Alessandro e sviluppare la manovra.

MODULO E SVILUPPO

I tabellini indicano che il Catanzaro si è schierato con un 3-5-2, probabilmente in base alle intenzioni iniziali. Tuttavia, sin da subito, è stata evidente l’impostazione del Modena, caratterizzata da un folto numero di centrocampisti ed esterni, con un solo attaccante chiamato a fungere da sponda per i difensori giallorossi. Questa situazione ha messo in luce le difficoltà del Catanzaro nella fase di possesso palla. Le corsie laterali e centrali risultavano intasate, creando notevoli problemi.

Il Modena adotta una marcatura uomo su uomo, ma grazie alla superiorità numerica sulla mediana riesce spesso a prevalere in tutte le zone del campo. I nostri tre centrocampisti affrontano enormi difficoltà nell’impostare il gioco: Petriccione si abbassa, ma sulla linea d’impostazione si ritrova con Scognamillo e Antonini mentre Pompetti, da centrocampista interno, non si allarga per supportare il compagno sulla corsia laterale. Di conseguenza, avere una manovra fluida resterà una chimera per tutta la partita.

LE DIFFICOLTÀ NELLA MANOVRA

A queste difficoltà si aggiungono quelle sulle corsie laterali: Situm è costretto a rimanere in difesa, poiché la sua fascia risulta affollata da calciatori modenesi, mentre D’Alessandro, pur riuscendo a superare il primo avversario, si trova di fronte a un muro. Le sovrapposizioni diventano quindi pressoché impossibili, e anche Koutsoupias, deputato a fungere da raccordo tra attacco e centrocampo, incontra difficoltà nel passare il pallone dopo aver superato il primo ostacolo.

Inoltre, l’impiego di Bonini a sinistra come terzino riadattato si rivela poco efficace, visto che il Modena gioca con una sola punta. Di conseguenza, l’ex Entella dimostra enormi difficoltà nel liberarsi del pallone, ritardando il gioco e commettendo falli (che lo portano alla prevedibile ammonizione), che regalano una marea di opportunità per gli avversari da palla inattiva.

I due attaccanti, Biasci e Pittarello, non riusciranno mai a tirare nello specchio della porta, giocando per tutta la partita spalle alla rete e subendo la pressione dei difensori avversari. Inoltre, l’imprecisione negli appoggi di scarico, in particolare da parte di Pittarello, influisce negativamente su ogni tentativo di costruire una manovra degna di nota. Infine l’ingresso di  Brighenti per Bonini a nostro avviso è risultato inefficace, visto che sarebbe stato necessario vivacizzare la fascia sinistra: la conferma arriverà nel finale con il subentrante Seck, che sulla corsia di destra riesce a creare superiorità numerica, con Situm che finalmente avrà un compagno su cui appoggiarsi.

SOLO I GOAL DA SEGNALARE PER IL RESTO NULL’ALTRO

Non è un caso che l’unica azione degna di nota che porta al vantaggio catanzarese arrivi da un’idea di D’Alessandro, che dalla sinistra si accentra e riesce a mettere un pallone invitante per gli attaccanti (con l’area riempita anche da Pompetti). La respinta dei difensori modenesi trova il gran destro di Situm, che si insacca sotto l’incrocio dei pali. Il vantaggio dura solo nove minuti: proprio su azione d’angolo (i calci da fermo erano una delle armi più temute del Modena), Antonini si perde Abiuso, il quale brucia sul primo palo l’incolpevole Pigliacelli con un colpo di testa.

La rete del vantaggio del Modena è invece frutto di un errore gravissimo, causato dall’inesistenza delle marcature preventive su un angolo calciato male da Petriccione (con Pompetti ancora in campo, che avrebbe potuto mettere in area un cross a rientrare). Un gol del genere lo si vede solo nelle sfide fra scapoli e ammogliati, quando alla fine del tempo si è stremati e si gioca solo per la presenza: “lo spunto di velocità” dei giocatori giallorossi è stato ridicolizzato dai canarini che s’involavano verso la porta. Per fortuna almeno non si perde, grazie alla rete di La Mantia arrivata da angolo con un colpo di testa deviato da Magnino.

TERNA ARBITRALE E VAR SCADENTI

Chiaramente non è un alibi, perché la prestazione dei giallorossi è stata insufficiente. Possiamo discutere a lungo del rigore su Pittarello. Botteghin sicuramente lo ha colpito, ma è probabile che anche Pittarello abbia fatto lo stesso. Di certo, se il fallo fosse stato commesso a centrocampo, sarebbe stato rilevato. Si rimane basiti, invece, sul fallo di mano della sforbiciata di La Mantia, con la palla che finisce sul braccio di un difensore, mentre l’arbitro segnala un fallo di confusione a favore dei gialloblu, una decisione che nessuno è riuscito a comprendere. Infine, ci sono stati cinque minuti di recupero nei quali, di fatto, tra calciatori a terra e pause per dinamiche di campo, non si è giocato.

INUTILE NEGARLO: LA SITUAZIONE È PREOCCUPANTE

Otto partite, di cui cinque in casa, con otto punti è una media da sicura retrocessione. Urge intervenire e la società dovrà fare delle riflessioni guardando ciò che oggi sta accadendo.

Qua non si tratta solo di non avere un’identità di gioco, ma la tanta approssimazione e confusione: è un dato di fatto che emerge per una serie di fattori che segnaliamo.

L’approssimazione è palese: se andiamo a guardare la formazione del Modena di ieri, è evidente che per come è stata impostata la partita l’avversario non è stato studiato. Il Modena è con un solo attaccante (con gli altri tutti infortunati) ed è perciò imbottito di centrocampisti e difensori: il Catanzaro si presenta con l’idea d’impostare una difesa a tre per fronteggiare l’unico attaccante a disposizione di Bisoli. Idea subito stravolta poiché le dinamiche di gioco hanno portato Bonini a spostarsi nel ruolo di terzino sinistro, con tutti i limiti che ha ampiamente dimostrato già in quel ruolo, e con l’aggravante di penalizzare D’Alessandro che, oltre a non avere appoggi sulla sua corsia, riceve il pallone sempre con un tempo di gioco in ritardo.

Del non utilizzo di Coulibaly abbiamo già detto sopra: non si comprende come un calciatore, che sta bene, non venga impiegato dopo una buona impressione fatta nel turno precedente. La gestione delle risorse del gruppo in una squadra è vitale e dopo aver accantonato Buso, che è stato un forte investimento per la società, si rischia di fare altrettanto anche per altri elementi.

Noi vorremmo dire che il problema è solo scegliere i giocatori e metterli nel ruolo giusto e nelle condizioni atletiche idonee per giocare, ma alla luce di quanto si è visto in queste prime otto partite è evidente che i problemi non sono solo questi.

NON C’È FISIONOMIA DI SQUADRA

Dopo otto giornate la squadra non ha una sua fisionomia, indovinare modulo e formazione per gli addetti ai lavori sta diventando un terno al lotto. Nessuno pretende un calcio spettacolare, ma ad oggi il Catanzaro che non riesce ad avere una sua identità può diventare un problema.

Gli attaccanti, a prescindere da chi sia in campo, di palloni giocabili non ne vedono neanche a parlarne, dato che nel mezzo la fase di possesso è sterile e per vedere una verticalizzazione bisogna attendere o una giocata del singolo o addirittura un suggerimento di Pigliacelli. La fase di non possesso è effettuata senza alcun sincronismo e il risultato è che spesso siamo accerchiati e costretti ad abbassare ancor di più il baricentro.

La fase difensiva, che sino a ieri stava reggendo, guardando lo score delle reti subite, ieri ha subito due reti da polli, la prima su azione d’angolo (e si sapeva di quanto il Modena fosse pericoloso sulle palle inattive) e la seconda con una ripartenza in cui le marcature preventive sono saltate e ci si è trovati a fronteggiare cinque calciatori modenesi contro due dei nostri, senza contare un altro aspetto: come è stato possibile che almeno quattro modenesi andassero a velocità doppia rispetto ai nostri, partiti dalla stessa posizione?

Oggi è inutile fare processi, perché il tempo per recuperare terreno per fortuna ancora c’è, ma una svolta in generale è doverosa. E se per i processi per fortuna ancora c’è tempo, invece per sistemare ciò che non va occorre intervenire subito, prima che sia troppo tardi.

Redazione 24 

Foto uscatanzaro.net

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Redazione

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7 Commenti

  • È quantomeno singolare come nessuno dei leoni da tastiera si impegni ad offendere la redazione. Parole sacrosante che se fossero dette da uno di noi attrarrebbero insulti ed inviti a stare zitti. E zitto non sto. Se vogliamo fare opinionismo tanto per fare, bene! Ma è evidente come non ci sia parvenza di squadra; come Caserta sia in totale confusione( forse giusta per il grande numero di giocatori) e come Il nostro sapiente DS ci stia prendendo per i fondelli. Ma Morganti dov’è? 30 calciatori sono un ‘enormita’. Impossibile gestirli tutti. Impossibile trovare una quadra senza scontentare almeno 10 elementi. Con Caserta, poi, diventa arduo. Il succo è tutto qui. Una rosa fortissima, destinata a lottare per evitare la C, ma troppo, troppo numerosa. E come si dice dalle mie parti, Noto è stato ” largo alla farina e stretto alla caniglia” dov’è per caniglia si intende io scarto del grano.

    • Eugenio non te la prendere, anche a me come ad altri hanno detto che scrivevamo cazzate, perché non fate gli allenatori, i DG, o DS, ecc…e ora sono spariti…certe persone non hanno capito che noi amiamo Noto e gli siamo grati per tutto quello che ha fatto e sta facendo! Ed esprimere un pensiero, manifestare paure e perplessità non vuol dire essere contro la società! E ora negare l’evidenza è da pazzi, perché si può sbagliare, ma l’importante è rimediare per non buttare nel cesso tutto quello di buono che si è fatto e costruito negli ultimi 3 anni… perché le domeniche passano senza vedere miglioramenti, noi scivoliamo sempre più verso il fondo della classifica, con giocatori sempre più confusi e involuti… In serie C non ci voglio più tornare, ci siamo stati per troppi anni!!

  • Ma Brignola vedendo giocare gli altri non sarebbe utile invece di fargli guardare la partita dalla tribuna. I misteri di caserta e polito. DIRIGNZA evitateci altra sofferenza finchè si è in tempo per salvare la stagione.

  • Tutte sacrosanti pensieri e parole, la penso come voi, purtroppo se non interviene Noto drasticamente non c’è niente da fare, perché Caserta è comu l’ovu allu focu, chiù sta chiù ntosta.

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