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Cosa ci ha detto la gara con il Cosenza

Scritto da Redazione

La tenuta mentale e la voglia di riscatto per il derby pareggiato all’andata e per la sconfitta di Cremona, decisive per il poker rifilato ai lupi

Il derby tra Catanzaro e Cosenza, disputato davanti a circa 13500 spettatori, ha mantenuto intatta la sua reputazione come derby di Calabria per eccellenza. La coreografia realizzata dagli Ultras è stata eccezionale e ha coinvolto attivamente tutti i settori dello stadio, rendendo il Nicola Ceravolo un luogo di festa e di passione. Tuttavia, c’è un certo rammarico per l’assenza dei tifosi avversari: quando mancano, il clima perde un po’ della sua intensità e vivacità, e tutti ne risentono.

La partita, che ha visto il Catanzaro prevalere nettamente, ha suscitato grande entusiasmo tra i tifosi di casa e la gioia sarebbe stata ancora più intensa se anche i supporter del Cosenza fossero stati presenti. Questo ricorda i derby degli anni ’80, quando la rivalità era palpabile e i tifosi di entrambe le squadre animavano il match con la loro presenza e il loro tifo. In quei tempi, si potevano vedere momenti di grande emozione, come quando i tifosi del Cosenza ammainavano i loro stendardi a metà della ripresa, delusi dalla situazione della loro squadra e, accompagnati dal classico coro “Tutti a casa alé“, mestamente riprendevano la Salerno – Reggio Calabria. Per come è andata, dispiace che la nuova generazione di tifosi giallorossi non abbia potuto assistere a simili scene.

La partita

Preparare un derby non è mai facile per nessun allenatore. In queste partite, i valori tecnici spesso si azzerano, e questo è il motivo per cui i derby hanno quel fascino unico che li rende avvincenti: in campo può accadere di tutto. Alla vigilia dell’incontro, i favori del pronostico erano tutti per il Catanzaro, ed effettivamente questa previsione è stata confermata. Vogliamo però soffermarci su un aspetto fondamentale: la bravura del tecnico e dei giocatori scesi in campo, che hanno saputo evitare di sottovalutare l’avversario.

Capitan Iemmello, da autentico catanzarese, conosce bene lo spirito di queste partite e ha trasmesso ai suoi compagni la giusta carica agonistica, evidente in ogni minuto di gioco. L’entusiasmo di vedere Situm e l’ultimo arrivato Quagliata, che hanno incitato il pubblico già nei primi istanti di gioco, ha dimostrato quanto i nostri giocatori tengano alla causa giallorossa.

Non possiamo non menzionare mister Caserta, che sicuramente, per motivazioni e voglia, ha vissuto la settimana di preparazione alla partita con la stessa intensità dei suoi giocatori e forse più. Preparare un match del genere non è facile, e se a questo si aggiunge la rabbia e la voglia di rivalsa del tecnico delle Aquile, dopo i fatti della scorsa stagione e la debacle a Cremona, le difficoltà aumentano notevolmente.

In campo si è vista una sola squadra, almeno per quanto riguarda i valori tecnici. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che, al di là del risultato rotondo e dalla perfetta interpretazione del match, il Catanzaro di Caserta è stato abile anche nel saper soffrire e mantenere l’unità nei momenti di difficoltà. Infatti, fino al gol di Iemmello e anche dopo il vantaggio dei giallorossi, la partita è rimasta in equilibrio dal punto di vista tattico.

L’ingresso di Rares Ilie e poi il poker servito

Un cambio decisivo è stato quello tra Pontisso e Ilie. Il giovane rumeno, che già nei pochi spezzoni di partita in cui era subentrato aveva dimostrato ottime qualità, è stato fondamentale con i due assist forniti a Pompetti e Bonini per il secondo e terzo gol, senza contare altre giocate sopraffine in collaborazione con i suoi compagni, in particolare con Iemmello, con il quale ha instaurato un’intesa speciale perché calcisticamente parlano la stessa lingua. Caserta ha fatto riscaldare il giovane centrocampista Under 21 della Romania a metà del primo tempo, perché aveva capito, avendo imparato a conoscere bene il calciatore, che sarebbe potuta essere un’arma decisiva, come poi è accaduto.

Chissà se Ilie, come è già successo per Quagliata, diventerà un altro di quegli elementi fondamentali per questo affascinante finale di campionato: noi ci crediamo e speriamo di vederlo sempre in campo.

Ora la pausa e poi Modena

Prima di sabato 29 marzo, giorno in cui il Catanzaro affronterà la gara a Modena, ci sono due settimane per ricaricare energie e risorse mentali, dopo una partita sentita come quella contro il Cosenza. L’obiettivo dei giallorossi, da ora in avanti, deve essere quello di non sentirsi arrivati. È plausibile migliorare la classifica e, perché no, ambire a qualcosa di più importante rispetto all’obiettivo salvezza, ormai quasi matematicamente raggiunto.

La sfida con il Cosenza ha dimostrato che questa squadra, oltre a ciò che mostra in campo, ha una tenuta mentale di alto livello. Il pesante passivo contro la Cremonese avrebbe potuto lasciare strascichi, ma così non è stato, e questo è la prova della maturità del Catanzaro.

Nelle prossime partite, oltre alla sorpresa Ilie, la rosa, fortunatamente ampia, potrà contare anche sul recupero di altri calciatori importanti come Compagnon, D’Alessandro e La Mantia. Piedi per terra, ma sognare non costa nulla!

Redazione 24

 

Foto Lorenzo Costa per uscatanzaro.net

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