PREMESSA
Il tour de force imposto dal calendario durante questo periodo natalizio ci porta a riflettere sulla nostra rubrica anche se siamo già in vista della partita di domani contro la Salernitana, che segna l’inizio del girone di ritorno del campionato di Serie B 2024. Essendo un derby, non possiamo esimerci dal commentare quanto accaduto giovedì scorso.
NON E’ DERBY SENZA LE TIFOSERIE
Non possiamo negarlo: un derby è tale solo se entrambe le tifoserie sono presenti sugli spalti. I colori delle due squadre, gli incitamenti che rimbalzano da una parte all’altra e gli sfottò rendono l’atmosfera avvincente. Purtroppo, la sfida di Santo Stefano ha mostrato un aspetto triste: il settore ospiti, desolatamente vuoto, rappresenta una sconfitta per il calcio. Questa situazione non solo delude gli appassionati, ma mette in discussione anche la capacità di chi gestisce gli eventi sportivi di garantire un ambiente sicuro e festoso, senza trasformare una partita di calcio in un conflitto.
DUE PARTITE IN UNA PARTITA (LA PRIMA)
La superiorità numerica che i giallorossi hanno avuto dal 21° minuto del primo tempo ha condizionato un match che era iniziato in perfetto equilibrio. Un Cosenza subito aggressivo, che già nei primi minuti è entrato duro sui calciatori catanzaresi (Buso colpito con veemenza dopo pochi istanti), ha cercato di limitare il palleggio, una delle caratteristiche distintive della squadra di Caserta.
Le prime occasioni del Cosenza, con una percussione di Ricciardi e una di Rizzo Pinna, non hanno scosso il Catanzaro, che con il suo PRECISO fraseggio cercava l’opportunità giusta per rendersi pericoloso. L’espulsione di Caporale ha cambiato l’andamento della partita, ma non nel modo che ci si sarebbe aspettato. Il Catanzaro ha costruito diverse azioni da rete ed è passato in vantaggio all’80° con un destro di Pompetti. Tuttavia, ha rischiato in precedenza a causa di una consueta errata marcatura preventiva durante un angolo a favore, non riuscendo mai a dare quella svolta alla partita che ci si aspettava. I giallorossi hanno tentato una serie di fraseggi orizzontali alla ricerca di un pertugio, ma le corsie laterali sono state utilizzate solo poche volte. Ciò che è successo in seguito è incredibile, non tanto per il pareggio meritatamente raggiunto dal Cosenza, ma per il modo in cui è arrivato.
LA SECONDA PARTITA
Nel titolo abbiamo evidenziato in grassetto e maiuscolo il termine “PRECISO“, riferendoci al palleggio dei calciatori catanzaresi. Tuttavia, ciò che è accaduto dopo il gol del giallorosso Pompetti è incredibile. Quella precisione nella trasmissione del pallone, che era anche fastidiosa in alcune situazioni orizzontali, è svanita all’improvviso. Analizzando i minuti successivi all’ottantesimo, il numero di passaggi errati è aumentato vertiginosamente.
In superiorità numerica, la prima pressione degli attaccanti e dei centrocampisti sui portatori di palla avversari è scomparsa, lasciando gli avversari con l’unica opzione di lanciare il pallone in avanti. Sono state concesse molte occasioni, le ripartenze a campo aperto sono state mal sfruttate, e si sono trascurati elementi fondamentali come il mantenimento del possesso, la ricerca del fallo o il portare il pallone verso la bandierina per guadagnare tempo. Tutti questi aspetti sono basilari in contesti come quello di giovedì, ma non sono stati messi in pratica.
Inoltre, non si è pensato dalla panchina di inserire un difensore come Antonini, da utilizzare soprattutto nelle situazioni di palla alta; questa sarebbe stata l’unica soluzione prevedibile e attuabile dagli avversari. È stata un’altra partita, e risulta inutile nascondere che le responsabilità sono da attribuire a tutti: i calciatori hanno letteralmente mollato la presa in una partita già vinta, e la panchina non è riuscita a correggere ciò che stava accadendo in campo.
DIMENTICARE IL DERBY
L’occasione è ghiotta per recuperare i punti persi a Cosenza. Domenica arriva la Salernitana e, questa volta, il supporto del pubblico amico sarà fondamentale. Siamo convinti che la resa nei minuti finali dell’ultima partita sia stata influenzata dall’assenza di quella tifoseria catanzarese che, nei momenti cruciali, diventa il dodicesimo uomo in campo. Manca solo un giorno al match e siamo certi che la voglia di chiudere il 2024 con una vittoria, dimenticando i due punti persi giovedì, sia nell’animo di tutti i giocatori che indossano con orgoglio la maglia giallorossa, onorata in questo campionato, ma non del tutto nel giorno di Santo Stefano.
Comprendiamo e rispettiamo la gioia e la commozione di mister Alvini per il pareggio ottenuto, emozioni che fanno parte di un calcio che tocca il cuore dei tifosi. Tuttavia, ci permettiamo di suggerire al tecnico toscano di riflettere su alcune affermazioni. Quando dice che il Cosenza torna a essere al centro della Calabria, paragonandola alla chiesa nel villaggio, sarebbe opportuno considerare la storia calcistica della regione. Invitiamo Alvini, che ha 54 anni, a consultare i due link presenti su Wikipedia, dove potrà ripercorrere la storia del Catanzaro Calcio e quella del Cosenza. Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che, sebbene il pareggio possa sembrare una vittoria, non lo è: da 39 anni il Cosenza nella sua città cerca di vincere un derby senza successo. Quindi, dichiararsi al centro della Calabria o paragonarsi alla chiesa del villaggio, senza tenere conto di questi dati, risulterebbe un controsenso. C’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere quell’obiettivo, caro mister, e non per rimettere il Cosenza al centro dove non è mai stato ma semmai per metterlo.
Redazione 24
Che articolo del piffero! Era meglio non scrivere niente… sottolineare in neretto certe frasi per cercare di spostare il problema, vuole dire prendere per il culo i tifosi! Perché abbiamo fatto prestazioni oscene anche in casa con 12 mila tifosi, mentre il settore ospiti era vuoto! Abbiamo sofferto 80 minuti in superiorità numerica, hanno creato più loro di noi. Vergognatevi
Concordo Gionico. La verità è quella che ho espresso tante altre volte, i giornalisti non hanno il coraggio o le capacità di criticare caserta un inutile allenatore per non intaccare la suscettibilità di qualcuno. Domani non sarà facile fare risultato e poi vedremo come si metteranno le cose. I tifosi stanno incominciando a perdere la pazienza, ( non perchè si debba vincere ) ma per i vari atteggiamenti della squadra messa in campo senza logica, con giocatori rotti o pronti a rompersi, ultimo Buso. Tutti questi infortuni non si pativano nemmeno nell’anno spartano. L’elenco dei partenti in questa sessione del calcio mercato: pittarello la mantia cassandro cerasoli kuzzupas pagano sek, della vecchia guardia: scognamiglio brighenti pontisso petriccione. Chiaramente caserta e polito sono stati già troppo a CZ
Tra i partenti d’alessandro e culibaly