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Cosa ci ha detto la gara con il Brescia

Scritto da Redazione

Una squadra che lotta, suda e onora la maglia non può essere sempre messa in discussione per partito preso

COL BRESCIA SPESSO GARE AL CARDIOPALMA

Le gare disputate a Catanzaro col Brescia sono sempre state caratterizzate da emozioni forti e colpi di scena, e spesso si sono risolte nei minuti finali, in cui è fondamentale avere un cuore forte. Guardando al passato, la sfida del 1970/71, che decise l’accesso agli spareggi per la Serie A, fu una partita intensa, con i gol di Busatta e Mammì al 55° e 61° minuto. Più recentemente, ricordiamo lo scorso campionato la vittoria del Brescia in rimonta per 3-2, grazie a un gol di Bianchi all’ultimo istante, e il quarto di finale dei playoff, in cui Donnarumma segnò a pochi secondi dal fischio finale, portando il Catanzaro al trionfo dei supplementari. La partita di ieri, vinta dai giallorossi per 2-1, si aggiunge così a questa lista di sfide memorabili.

FARE DI NECESSITÀ VIRTÙ

La partita contro il Brescia ha evidenziato sempre più come il progetto del Catanzaro, partito in ritardo a luglio, abbia subito delle modifiche nel corso della stagione. Il modulo iniziale 4-2-3-1 è stato abbandonato a causa di vari fattori, tra cui l’arrivo di giocatori non in perfetta forma. Per trovare la giusta direzione, si è optato per il 3-5-2, che offriva una migliore copertura e gestione della palla. Tuttavia, gli imprevisti di percorso, come l’assenza di Situm e le poco brillanti performance di Cassandro o di Ceresoli dalla parte opposta, hanno via via portato a una trasformazione di questo modulo in una formazione più offensiva, in base alle risorse disponibili per l’allenatore Caserta.

UN AVVIO SFORTUNATO

Questa volta il Catanzaro ha sicuramente mostrato un buon approccio alla gara. La traversa colpita da Compagnon avrebbe potuto cambiare l’andamento del match. Sapevamo tutti che il Brescia esprime le proprie qualità sulle corsie laterali: contro il Catanzaro, in particolare sull’asse di destra, le rondinelle hanno creato diverse difficoltà alla retroguardia giallorossa, che è capitolata a causa di un’iniziativa di Galazzi e Bjarnason.

Anche in altre occasioni, il Brescia è ripartito lungo il proprio lato destro, mentre i due esterni (Compagnon e D’Alessandro) e i due centrocampisti (Pontisso e Koutsoupias) si trovavano nella trequarti avversaria per sviluppare l’azione offensiva. Sull’altro lato, il Brescia ha attaccato meno, sia perché i giocatori sulla quella corsia non erano all’altezza dei compagni, sia perché Compagnon, quando era in possesso del pallone, creava delle grosse difficoltà. Un aspetto positivo in questo contesto è che le ripartenze centrali, grazie alla copertura di Petriccione, sono state notevolmente limitate.

LA MANO DI CASERTA

La prima mossa di Caserta per limitare i rischi di una possibile sconfitta o dell’ennesimo pareggio è stata lo spostamento dei due esterni, Compagnon e D’Alessandro. Questa variazione tattica ha portato a due risultati significativi: D’Alessandro ha effettuato un importante scatto su Corrado, con un traversone che Biasci ha trasformato in rete; Compagnon, con le sue iniziative, ha bloccato le offensive di Dickmann e Galazzi, che da quel momento hanno ridotto le loro incursioni. Il tecnico ha perciò evitato che gli esterni giallorossi si accentrassero spesso sul proprio piede forte e così il Brescia ha dovuto allargare le maglie del proprio fortino centrale, dovendo contrastare le azioni in profondità sulle fasce da parte delle Aquile.

L’altra mossa tattica è emersa nel secondo tempo. Innanzitutto, i due braccetti di centrocampo, Koutsoupias e Pontisso, hanno ampliato il loro raggio d’azione, coinvolgendosi attivamente nel gioco sia in fase di possesso, sia di non possesso, instaurando un dialogo più diretto con gli attaccanti. Al 14° minuto, con l’ingresso di Cassandro e, quattro minuti dopo, con Seck che ha rilevato un D’Alessandro fisicamente in difficoltà, si è passati al 4-4-2, che ha garantito una solida copertura a Compagnon, il quale continuava a brillare sulla sinistra, supportato da Bonini nel ruolo di terzino, e a Seck, entrato con grande determinazione. Il Catanzaro ha così guadagnato fiducia, dominando il Brescia e conquistando meritatamente i tre punti.

La vittoria di ieri era attesa da tutti noi e rappresenta una solida base di partenza, poiché “vincere aiuta a vincere”. Domenica ci aspetta un’altra partita emozionante: affronteremo un Palermo costruito per ottenere successi, ma che finora ha deluso le aspettative. In un certo senso, l’atmosfera della prossima sfida ricorderà quella vissuta a Genova contro la Sampdoria.

SIAMO TUTTI ALLENATORI?

Tuttavia, vorremmo lanciare un appello riguardo all’alone di sfiducia che circonda la squadra del Catanzaro e, in particolare, il suo allenatore: un sentimento che è inutile negare. I social media hanno amplificato il numero di commissari tecnici e allenatori. Se a questo aggiungiamo il gioco del fantacalcio con i suoi fantallenatori, e tutte le console di gioco in cui si diventa manager della squadra, è evidente che la platea di “competenti” si è allargata notevolmente.

Vorremmo farvi riflettere su alcune questioni, tenendo presente che nel calcio non c’è nulla di scritto e solo chi lavora quotidianamente con i propri calciatori conosce le caratteristiche di ognuno e il loro stato di forma. Ciò che si dice oggi in questo sport può essere smentito il giorno successivo o addirittura dopo qualche minuto durante una partita. Tutti possono sbagliare, e in questo contesto possono sbagliare sia l’allenatore, sia i calciatori, e giustamente le loro prestazioni saranno commentate e discusse.

Ma vogliamo parlare delle opinioni di chi si sente in dovere di giudicare per partito preso, creando solo dissapori e tensioni nell’ambiente? Volete qualche esempio alla luce di quanto accaduto ieri? Ricordate Catanzaro-Frosinone e le critiche rivolte al tecnico riguardo al fatto che l’esterno Compagnon non potesse giocare sulla fascia del proprio piede forte? Ieri, Compagnon a sinistra ha disputato la sua migliore partita da quando è a Catanzaro.

E quante volte è stato detto che sarebbe stato meglio giocare con tre difensori, evitando la difesa a quattro perché Bonini non garantisce prestazioni adeguate in quel ruolo? Nella ripresa di ieri, giocando con quattro difensori e con il tanto criticato Cassandro a destra, abbiamo vinto la partita.

CONTRIBUIAMO A UN CLIMA POSITIVO

Siete convinti che sia sempre meglio sostenere la squadra, soprattutto quando è in campo, e poi concentrarsi sulla prossima sfida senza inutili polemiche? Noi sì, perché questa squadra, nonostante i limiti che non neghiamo, ha dimostrato di avere ciò che tutti i tifosi desiderano: capacità di lottare e sudare per la maglia e metterci sempre il cuore.

Redazione 24

Foto US Catanzaro 1929

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2 Commenti

  • Dovresti vergognarti a scrivere un articolo del genere. Parlate, anzi scrivete proprio voi che siete stati i primi a criticare l’allenatore e dispensare consigli su moduli e giocatori…Andatevi a rileggere gli articoli che VOI come REDAZIONE avete scritto nelle partite precedenti…sono gli stessi che avreste scritto anche oggi in caso di pareggio…. Ma per piacere!

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