“Sulla decisione del Tar il Pdl ha espresso una posizione chiara. Cioè quella dell’assoluto rispetto di una decisione che certifica delle irregolarità avvenute nei seggi incriminati, che pure non scalfiscono il grande consenso ottenuto dal centrodestra”. E’ quanto si legge in una nota del coordinamento cittadino del Pdl. “Quello che è del tutto evidente è che non può dirsi, allo stato degli atti, quale coalizione o quale candidato sia stato avvantaggiato o penalizzato dagli errori commessi dai componenti dei seggi, che hanno dimostrato di non essere all’altezza del delicatissimo compito loro affidato -c’è scritto nella nota del Pdl -. I giudici del tribunale amministrativo parlano di errori, di irregolarità, non di brogli, come tenta di sostenere il centrosinistra. Sarà l’indagine penale in corso a chiarire se si siano verificati episodi di diversa rilevanza, e le eventuali responsabilità. L’unico dato politico che emerge dalla sentenza del TAR delinea invece una gravissima responsabilità del centrosinistra su quanto è avvenuto a scapito della città di Catanzaro: si tratta della sciagurata volontà di imporre il metodo del sorteggio per la nomina degli scrutatori. Il centrosinistra, infatti, ha voluto a tutti i costi un provvedimento demagogico, che ha svilito il delicatissimo ruolo dei componenti del seggio, assegnandolo a persone senza alcuna competenza, secondo quel principio diffuso secondo cui il piccolo compenso dello scrutatore costituisce una sorta di sussidio sociale da elargire a possibili elettori. Per il resto il Pdl, partito radicato, reale e composto da uomini e donne che interpretano la politica come una cosa seria, al servizio dei cittadini e non dei particolari interessi o delle ambizioni di qualcuno, non si fa trascinare in un dibattito politico dai toni infimi – conclude la nota – che disorienta ancora di più la gente alimentando un sentimento di antipolitica che può far comodo soltanto a chi non ha idee o proposte credibili da spiegare, e quindi tenta in ogni modo di denigrare l’avversario, gettando fango in continuazione. Un metodo di fare politica che però è pericoloso per chi non può fare vanto di un percorso immacolato, perché capita a volte che la macchina del fango si ritorce contro, magari con la stessa arma che era stata usata contro l’avversario. Ma a quel punto si ha ben poco di cui lamentarsi”.
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